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Dati e statistiche

Entrate tributarie gennaio-agosto
a meno 5,8%: un calo inevitabile

Dopo il “momentaneo” andamento positivo del gettito, registrato nel primo bimestre dell’anno, ora si percepiscono chiaramente gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria (ed economica)

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Le entrate tributarie dei primi otto mesi 2020 rispecchiano distintamente la crisi del sistema economico determinata dagli effetti delle misure adottate dal Governo per fronteggiare quella sanitaria. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente diminuiscono complessivamente di 16.692 milioni di euro. A fine agosto, infatti, nelle casse dello Stato sono finiti 271.566 milioni, che si traducono in un calo del 5,8 per cento. Questi, in sintesi, i dati diffusi dal dipartimento delle Finanze nel bollettino, nelle appendici statistiche e nella nota tecnica, online sul proprio sito.
Si inverte, quindi, l’andamento positivo registrato nel primo bimestre dell’anno (+5,4%) connesso, in particolare, alla dinamica favorevole dei versamenti delle imposte sostitutive sui redditi da capitale, sulle plusvalenze e sulle forme pensionistiche complementari e individuali.
Da marzo in poi, invece, hanno prevalso le conseguenze dei vari interventi normativi che hanno disposto la sospensione di versamenti tributari e contributivi per alcune categorie di contribuenti e settori di attività.
Tra questi, da ultimo, il Dl “Agosto”, secondo il quale i versamenti sospesi potranno essere effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, per un importo pari al 50%, in un’unica soluzione o mediante rateizzazione fino a un massimo di quattro rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata entro il 16 settembre 2020. Il versamento del restante 50% delle somme dovute può essere effettuato, sempre senza sanzioni e interessi, con un massimo di 24 rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata entro il 16 gennaio 2021.
Tra l’altro, poi, il risultato globale è influenzato anche da elementi disomogenei dovuti al fatto che i versamenti di quest’anno comprendono anche quelli dei contribuenti Isa e “minimi o forfettari” che, nel 2019, grazie a una proroga, avevano versato a scadenze differite rispetto a quelle ordinarie.

Tanto premesso, quindi, non tutte le imposte presentano un segno meno. Nel mese di agosto, infatti, le entrate tributarie totali registrano un +6,6% trainato dalle dirette, che crescono di 4.757 milioni di euro (+28,4%), ma rallentato dalle indirette che, con una flessione di 2.254 milioni di euro, si fermano a meno 10,5 per cento.

Le dirette
Le imposte dirette ammontano a 159.689 milioni di euro, con un incremento di 7.128 milioni (+4,7%) rispetto allo stesso periodo del 2019.
L’Irpef (nei primi otto mesi 2020 pari a 122.185 milioni di euro), tra più e meno, si mostra sostanzialmente stabile (+0,3%). La differenza la fa l’Ires: il gettito dell’imposta sulle società, infatti, segna un incremento di 3.922 milioni di euro (+29,7%).
Risultati incoraggianti arrivano poi dall’imposta sostitutiva sui redditi e dalle ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale (+89 milioni di euro), dalla sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze (+989 milioni di euro) che riflettono le performance positive dei mercati finanziari nel corso del 2019. Molto bene la sostitutiva dei fondi pensione (+1.129 milioni di euro), anche questa trainata dai risultati positivi dei rendimenti medi ottenuti nel 2019 dalle diverse tipologie di forme pensionistiche complementari.

Le indirette
Tra le imposte indirette, che ammontano a 111.877 milioni di euro, nel confronto con gennaio-agosto 2019, quella sul valore aggiunto soffre maggiormente il peggioramento delle condizioni economiche del settore commerciale del Paese. Il gettito Iva, nel periodo in osservazione, è di -113.126 milioni di euro pari a -15,6% per cento. Tale risultato rispecchia l’effetto congiunto del rinvio dei versamenti dell’Iva sugli scambi interni (-14%) e del calo del gettito dell’imposta sulle importazioni (-28,2%).
Un po’ meglio, tra le altre indirette, l’imposta sulle assicurazioni (+1,4%) e quella di bollo (+3,9%), mentre il Registro diminuisce del 23 per cento.
Risultati da dimenticare, poi, per l’accisa sui prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi, (-4.290 milioni di euro, -27,1%). In questo caso, il “colpevole” è il decreto “Rilancio” che ha ridotto le percentuali degli acconti mensili all’80 per cento.
Bollino nero, infine, per una serie di accise: quella sul gas naturale per combustione (-18,5%), quella sui gas incondensabili (-26,3%) e, infine, l’accisa sull'energia elettrica e addizionale (- 3%).

La crisi si abbatte sui giochi…
Per le entrate da giochi una vera débâcle. Nei primi otto mesi 2020, si stabilizzano a 5.849 milioni di euro, pari a un calo del 43,3% rispetto all’analogo periodo del 2019.

 … e sulle entrate da accertamento e controllo
Il gettito derivante dalle attività di accertamento e controllo si ferma a 5.564 milioni, che si traduce in una flessione pari a 2.369 milioni di euro (-29,9%) in confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso. A metterci lo zampino, questa volta, ci si sono messi tutti. Il “Cura Italia”, per primo, ha sospeso i termini di versamento delle entrate tributarie ed extratributarie derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione dall’8 marzo al 31 maggio 2020; il “Rilancio” ha spostato tale ultimo termine al 31 agosto; infine il Dl n. 104/2020 (decreto “Agosto”) ha prorogato, dal 31 agosto al 15 ottobre, il termine della sospensione della notifica di nuove cartelle e dell’invio degli atti della riscossione disponendo, inoltre, la sospensione dei pagamenti relativi a cartelle, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivi in scadenza dall’8 marzo: il pagamento dovrà essere effettuato entro il 30 novembre 2020.

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