La pianificazione dell’operazione – A insospettire i funzionari comaschi è stato l’utilizzo spregiudicato del meccanismo del leveraged buy out, di norma perfettamente lecito. Lo scopo di tutta l’operazione, in generale, era quello di far transitare un ramo di azienda da una società all’altra evitando di assoggettare tale operazione all’imposta di registro in misura proporzionale al valore dell’atto di trasferimento. Il meccanismo utilizzato, quindi, avrebbe permesso ai due soggetti di assolvere l’imposta pagando solamente poche centinaia di euro.
Il trasferimento avviene mediante un “veicolo” – In pratica, tutto il sistema si incentrava sulla creazione da parte delle due aziende di una terza società, alla quale è stato subito conferito il ramo d’azienda oggetto della transazione. Dopo appena dieci giorni, le quote della società-veicolo sono state trasferite da una azienda all’altra. In questo modo, il passaggio del ramo è avvenuto attraverso una modalità apparentemente inappuntabile da un punto di vista giuridico, ma elusiva nella sostanza dato il breve lasso di tempo intercorso fra le due operazioni.
Solo grazie a un attento studio degli atti da parte dei funzionari dell’Ufficio Territoriale di Como - che, come gli altri uffici Territoriali lombardi, oltre all’assistenza al contribuente cura anche diversi aspetti del controllo - si è potuto smascherare un sistema che avrebbe causato un grave danno alle casse dell’Erario. Al termine della fase di controllo la società che aveva mascherato l’acquisizione del ramo d’azienda ha versato al Fisco 940 mila euro in unica soluzione.
