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Schede Paese

India

Nel 2017 è stata introdotta l’imposta sui beni e servizi (GST), che ha sostituito diverse imposte indirette

bandiera india
L’India  è uno Stato federale, in cui i poteri sono ripartiti tra il Governo centrale, gli Stati federali e le amministrazioni locali. La struttura costituzionale influenza anche il sistema fiscale: alcuni poteri, competenze e imposte sono, infatti, esclusivi del Governo nazionale, altri degli Stati federali e degli enti locali mentre in altri casi ancora le competenze sono concorrenti tra i diversi livelli istituzionali, seppure con prevalenza del Governo centrale.
Il sistema fiscale indiano si connota storicamente per una certa complessità di funzionamento, dovuta sia alla necessità di integrare situazioni normative ed economiche molto diverse tra loro sia al carattere fortemente redistributivo che, soprattutto nel passato, ha caratterizzato il sistema economico indiano. Negli ultimi anni è iniziato un importante processo di riforma del sistema fiscale, come, ad esempio, la riforma dell’imposta sui redditi e l’introduzione dell’imposta su beni e servizi, che rappresenta un importante passo in avanti nella direzione di più efficienza e semplicità.

Persone fisiche: imposte sul reddito
L’imposta si applica alle singole persone fisiche, alle famiglie hindu indivise e alle società di persone. La tassazione sui redditi si basa sul principio mondiale, secondo il quale i contribuenti residenti sono tassati per i redditi ovunque prodotti mentre per i contribuenti non residenti l’imposizione è limitata ai redditi prodotti nel Paese. Le persone fisiche sono quindi distinte in tre categorie:
  • soggetti residenti presenti in India per almeno 182 giorni all’anno oppure presenti per 60 giorni nell’anno, ma complessivamente per almeno 365 giorni nei 4 anni precedenti. Sono tassati i redditi ovunque prodotti.
  • soggetti residenti ma non ordinariamente, ovvero coloro che, pur rispettando una della condizioni per la residenza, non sono stati residenti per 9 dei 10 anni precedenti oppure sono stati presenti in India per meno di 729 giorni nei 7 anni precedenti. Questi soggetti non sono tassati sui redditi prodotti all’estero, con l’eccezione di quelli generati all’estero ma provenienti da un’operazione gestita e controllata in India.
  • Soggetti non residenti, ovvero coloro che non rispettano alcune delle condizioni di residenza e vengono tassati unicamente sui redditi di fonte nazionale.
I redditi del contribuente sono classificati secondo 5 categorie: reddito da lavoro dipendente, reddito da attività imprenditoriale o professionale, redditi fondiari, plusvalenze e altri redditi.
I redditi da lavoro dipendente includono tutte le remunerazioni in denaro o natura percepite dal contribuente per attività lavorative realizzate in India con l’eccezione di alcuni benefit che, in alcune condizioni, sono parzialmente o totalmente esenti. 
Sono deducibili da reddito dal reddito entro certi limiti  i contributi previdenziali e assistenziali e i versamenti ad alcuni tipi di fondi di investimento, i premi assicurativi sulla salute, le spese sanitarie e altro.
I redditi da attività imprenditoriale e professionale sono calcolati come differenza tra i ricavi e le deduzioni possibili. Al fine di facilitare i contribuenti di minori dimensioni è previsto un regime alternativo a quello generale:
  • Per le imprese con ricavi inferiori a 20 milioni di rupie si considera un reddito pari all’8% dei ricavi;
  • Per i professionisti con ricavi inferiori a 5 milioni di ricavi si considera un reddito pari al 50% dei ricavi.
Il reddito fondiario si basa sul valore annuale di locazione degli immobili calcolata come il maggiore tra l’importo reale e quello stimato dalle amministrazioni locali. Tale stima viene calcolata o come la maggiore tra la rendita catastale e la media delle locazioni di immobili simili o come l’importo previsto dalla legge sui canoni ridotti se applicati. Nel caso di immobili non locati il valore sarà quello stimato. Da questo valore sono detratte le imposte locali sugli immobili e successivamente un valore forfettario del 30% e gli interessi sui mutui accesi per l’acquisto la costruzione o la ristrutturazione dell’immobile. Nel caso di abitazione di residenza il valore annuale si annulla, ma possono essere detratti dal reddito i soli interessi sui mutui. Le perdite relative ai redditi fondiari possono essere portate in detrazione di altri redditi nell’anno in corso ma solo per un importo di 200 mila rupie. Eventuali eccedenze possono essere portate in detrazione nei successivi 8 anni ma solo in compensazione di redditi della stessa categoria.
La tassazione delle plusvalenze varia a seconda del periodo di detenzione delle attività e della loro tipologia. Si considera lungo periodo un possesso per almeno 3 anni che si riduce a 2 anni nel caso di partecipazioni in società non quotate o proprietà immobiliari e un anno in caso di società quotate. Per quanto riguarda gli utili provenienti da attività possedute per lungo periodo, abbiamo le seguenti situazioni:
  • esenzioni per partecipazioni o quote di fondi di investimenti quotati su mercati regolamentati che abbiano già scontato la tassazione sulle transazioni di titoli (SST).
  • aliquota del 10% più le sovrattasse per gli altri titoli per gli investitori istituzionali esteri.
  • aliquota del 20% più le sovrattasse per gli altri contribuenti. In tal caso, però, i costi dell’attività vanno rivalutati secondo un indice di inflazione.
Per quanto riguarda le attività possedute per breve periodo abbiamo:
  • aliquota del 15% (più sovrattasse) per le società quotate;
  • tassazione ordinaria per le altre attività.
Le minusvalenze provenienti da investimenti di breve periodo possono compensare plusvalenze di qualsiasi natura mentre quelle provenienti da investimenti di lungo periodo solo quelle da investimenti di lungo periodo. Le eventuali eccedenze possono essere portate in avanti per 8 anni sempre con le medesime regole.
La voce “altri redditi” include tutti i redditi non altrimenti qualificati, tra cui dividendi e interessi. I dividendi pagati da una società residente, se già  sottoposti all’Imposta sui dividendi distribuiti (DDT), non rientrano nel computo del reddito. Vi rientrano, al contrario, se non è stata pagata la DDT. A partire dall’aprile 2017, è stata introdotta un’ulteriore sovrattassa del 10% per i contribuenti che ricevono complessivamente dividendi per un valore superiore ad 1 milione di rupie. I dividendi ricevuti da società non residenti sono inseriti nel reddito e tassati ad aliquota ordinaria con l’eccezione dei dividendi provenienti da società di cui si possiede almeno il 26% delle partecipazioni, per le quali si applica il medesimo livello di tassazione dei dividendi provenienti da imprese residenti.
Il sistema di scaglioni per l’anno di imposta 2018-2019, prevede le seguenti aliquote:
 
Reddito in rupie Aliquota
0 - 250.000 0%
250.001 - 500.000 5%
500.001 - 1.000.000 20%
Oltre 1.000.000 30%
 
Per gli ultra sessantacinquenni residenti, il primo scaglione è elevato a 300mila rupie e per gli ultraottantenni a 500mila abolendo, il secondo scaglione. Per i redditi che eccedono 5 milioni di rupie è presente una sovrattassa pari al 10% dell’imposta dovuta, aliquota che aumenta al 15% se si superano i 10 milioni di rupie. Inoltre, sul totale di imposta dovuta ed eventuale sovrattassa, viene calcolato un contributo per l’istruzione pari a 3% (CESS). È previsto che tale contributo a partire dall’anno di imposta 2018-2019 sia sostituito da uno analogo al 4%, i cui proventi finanzieranno sia l’istruzione che la sanità.
 
Persone giuridiche: imposte sul reddito
Le società residenti, ossia quelle costituite in India o ivi effettivamente gestite, sono tassate su tutti i  redditi di qualsiasi provenienza, mentre quelle non residenti solo su quelli di fonte indiana.
Il reddito imponibile è dato dall’aggregazione delle diverse tipologie di redditi ossia: redditi da attività di impresa o professionale, plusvalenze, redditi fondiari e altri redditi. Con esclusione del reddito d’impresa, le altre categorie seguono le stesse regole delle persone fisiche.

Il reddito da attività imprenditoriale si basa sul risultato del conto economico, cui vengono effettuate delle variazioni relative alla presenza di redditi esenti, spese non deducibili, deduzioni speciali e altro indicato dalla legge.
L’ammortamento viene eseguito secondo le percentuali previste per ciascuna categoria. Per gli impianti e macchinari nuovi destinati a imprese manifatturiere il valore ammortizzabile è aumentato del 20%, che diviene il 35% per stabilimenti insediati in alcuni Stati. Un’ulteriore detrazione del 15% è prevista per l’anno di effettiva installazione degli impianti e macchinari per investimenti superiori a 250 milioni di rupie. Gli interessi su debiti inerenti all’attività economica sono generalmente deducibili dal reddito qualora non eccedano i valori di mercato. Gli interessi per debiti contratti per l’acquisizione di macchinari e impianti nuovi possono essere dedotti solo dall’anno di effettiva installazione degli stessi, gli importi pagati precedentemente saranno capitalizzati al valore dell’immobilizzazione.
Le perdite relative all’attività di impresa possono essere compensate con gli utili provenienti dalle altre categorie di reddito nell’anno in cui sono generate oppure riportate in avanti per un periodo di otto anni ma unicamente per compensare utili nell’attività d’impresa.
Il livello di tassazione è data da un’aliquota di base cui si aggiungono sovrattasse a seconda del reddito prodotto. L’aliquota di base per le società residenti è del 25% se si hanno ricavi inferiori a 500 milioni di rupie e del 30% per ricavi superiori, mentre per le società non residenti è del 40% indipendentemente dai ricavi.

Per i contribuenti che superano i 10 milioni di rupie di reddito è prevista una sovrattassa pari al 7% (2% per le società non residenti) dell’imposta dovuta. Se, invece, si superano i 100 milioni di rupie, la sovrattassa diviene rispettivamente del 12% e del 5%. Sull’importo di tassa ed eventuale sovrattassa viene inoltre aggiunto il CESS.  

Qualora l’imposta così calcolata risulti inferiore del 18,54% (o 19,9% in caso vi sia la sovrattassa) rispetto all’utile contabile, si applicherà la Minimum alternative tax (MAT) sugli utili d’impresa. L’imposta è  calcolata assoggettando il risultato d’esercizio (debitamente aggiustato) all’aliquota del 18,5% più sovrattassa e CESS. A partire dall’aprile 2015 la Mat non è più applicata con riferimento ad alcuni redditi delle società non residenti, come ad esempio i capital gains, gli interessi e le royalties.
Al fine di incoraggiare l’investimento e la crescita economica son presenti numerosi incentivi fiscali tra cui:
  • per le attività industriali situate in alcuni Stati e distretti più arretrati è prevista l’esenzione totale dall’imposta sui redditi per i primi tre o cinque anni e l’esenzione del 30% per i successivi cinque anni
  • per le imprese operanti in alcuni settori sono previste esenzioni dall’imposta sui redditi di durata eampiezza variabile a seconda del settore di attività
  • per le strutture alberghiere installate nei distretti in cui siano presenti siti dichiarati Patrimoni dell’umanità dall’Unesco è prevista un’esenzione dal reddito per i primi 5 anni di attività
  • per il reddito prodotto da brevetti è previsto un regime agevolativo di tipo patent box con un’aliquota del 10% (più sovrattasse e CESS).
Gli interessi pagati a non residenti sono in genere soggetti a ritenuta al 20% più la sovrattassa e la CESS con l’esclusione di alcune categorie di interessi previste dalla legge per le quali è prevista una ritenuta del 5%. Per il pagamento di royalties e assistenza tecnica a non residenti la ritenuta è del 10%.
L’anno di imposta inizia il 1 aprile e si conclude il 31 marzo. Nel corso dell’anno il contribuente deve pagare quattro anticipi calcolati sulla base del reddito dell’anno precedente. La dichiarazione dei redditi con l’eventuale saldo deve essere presentata entro il 30 settembre.

Imposta sui dividendi distribuito (DDT)
I dividendi ricevuti da società residenti e i redditi provenienti da fondi mutualistici sono sottoposti a ritenuta alla fonte (Dividend distribution tax- DDT) con aliquota di base del 15% più sovrattassa del 12% e CESS. Qualora l’impresa residente pagatrice di dividendi ne riceva a sua volta da sussidiarie soggette a DDT, questi saranno dedotti dal valore dei dividendi da sottoporre a tassazione. 

Imposta sul trasferimento di quote (SST)
L’imposta si applica al valore delle transazioni di quote, derivati o quote di fondi su mercati regolati. L’aliquota dipende dalla natura dei titoli trattati e varia tra lo 0,01% e lo 0,125%.

Imposta sui beni e servizi (GST)
Nel 2017 è stata introdotta l’imposta sui beni e servizi (GST) che rappresenta un’importante tappa di riforma e razionalizzazione dell’imposizione indiretta. Essa, infatti, ha sostituito diverse imposte indirette sia centrali che dei singoli Stati. La GST si applica alle transazioni di beni e servizi (con l’esclusione di alcuni oggetto di specifiche imposte) e alle importazioni. L’imposta si applica in maniera diversa a seconda se si tratti di transazioni intrastatali o interstatali e importazioni. Nel primo caso l’imposta sulla medesima base imponibile sarà applicata un’imposta centrale e una statale mentre nel secondo caso queste saranno integrate in un unico tributo. L’imposta funziona attraverso un sistema di detrazione dell’imposta pagata a monte rispetto a quella dovuta. I crediti vantati per l’imposta centrale non sono, però, utilizzabili per quella statale e viceversa, mentre quelli ai fini dell’imposta integrata saranno utilizzabili nell’ordine: per l’imposta integrata, per quella centrale e per quella statale.   
I beni e servizi sono suddivisi in diverse categorie cui è applicata un’aliquota dello 0%, del 5%, del 12%, del 18% e del 28%. Le esportazioni rientrano tra le categorie cui è applicata aliquota allo 0%. Per alcune categorie di beni sono previste ulteriori sovrattasse.
La registrazione ai fini dell’imposta è obbligatoria per chi supera i 2 milioni di rupie di ricavi e per quanti effettuano transazioni interstatali.

Rapporti internazionali
Lo Stato ha stipulato numerosi trattati contro le doppie imposizioni e un numero più limitato di accordi per lo scambio di informazioni ai fini fiscali. Tra gli accordi contro le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito vi è anche quello con l’Italia firmato nel 1993, ratificato in Italia con la legge n. 319 del 14 luglio ed in vigore dal 1995.
 
 
Fonti informative
Income tax department
Deloitte: Taxation and investment in India 2018
Indian highlights 2018
KPMG: https://home.kpmg.com/in/en/home/services/tax.html
PWC: http://taxsummaries.pwc.com
PKF: India: tax guide
 
 

La presente Scheda ha scopi esclusivamente informativi, non impegna in alcun modo né la direzione del giornale né l’Agenzia delle Entrate.



aggiornamento: aprile 2018
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