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Ue, report su stato dell’economia
e pianificazione fiscale

La Commissione indica 7 Stati membri dove è possibile un “aggressive tax planning”

Belgio, Cipro, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Ungheria sono le nazioni dell’Unione europea in cui è fin troppo facile condurre pratiche di pianificazione fiscale “aggressiva” (aggressive tax planning). Secondo il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, che ha commentato il dato nel corso della presentazione del rapporto annuale di Bruxelles sulla situazione economica e sociale degli Stati membri, le multinazionali lo sanno bene. Inoltre, Moscovici ha sottolineato che "queste pratiche possono minare la correttezza e le condizioni di parità nel mercato unico e aumentare il carico fiscale dei contribuenti" in maniera iniqua.
 
Le relazioni presentate dalla Commissione si basano su un check-up approfondito delle norme fiscali di tutti gli Stati membri (con l’eccezione della Grecia, che rientra in un programma di sostegno alla stabilità) e dei pertinenti indicatori economici. La sintesi dell’analisi presentata nei report dedicati ai vari Paesi mostra che nel Vecchio continente la ripresa economica e le riforme introdotte hanno contribuito a migliorare il mercato del lavoro e il contesto sociale di tutta l’Unione. La vera novità della presentazione di quest’anno, però, è stata l’aver posto al centro del dibattito il tema della concorrenza fiscale leale in Europa.
 
Esaminata la legislazione tributaria dei vari Stati, dunque, è emerso che in alcuni territori dell’Ue le norme in vigore permettono la realizzazione di alcune pratiche fiscali a favore delle imprese, in particolar modo di quelle multinazionali, che possono andare a scapito del principio dell’equa tassazione. Moscovici ha riconosciuto i passi avanti compiuti dai sette Paesi membri presi in esame, specie da quelli che hanno modificato (o programmano di farlo) i propri codici tributari nella direzione auspicata dalla Commissione. Ciò nonostante, gli indicatori utilizzati da Bruxelles segnalano il rischio di possibili schemi pro evasione e particolari pianificazioni fiscali, più o meno aggressive o elusive.
 
Nel merito, per quanto riguarda Cipro, Lussemburgo, Malta e l’Ungheria, la Commissione ha sottolineato la preoccupazione suscitata dall’assenza di un obbligo di effettuare ritenute sui pagamenti di dividendi, interessi e royalty da parte delle società residenti. In Stati come l’Irlanda e Lussemburgo, invece, a impensierire Bruxelles sono i particolari regimi di esenzione previsti per queste fonti di reddito. Nel complesso, le carenze dei sette sistemi tributari esaminati potrebbero permettere l’evasione delle imposte da parte dei cittadini e l’elusione fiscale da parte delle società. Proprio per assicurare che in futuro la tassazione equa diventi una regola senza eccezioni all'interno dell'Unione, la Commissione ha scelto di rendere pubbliche le sue critiche. Anche per spingere l’opinione pubblica, i media e le Ong a monitorare attentamente gli impegni presi dai governi nazionali e a verificare se i cambiamenti promessi verranno realizzati oppure no.
 
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