Relazione trimestrale area euro, crescita ok

Secondo la relazione trimestrale presentata dalla Commissione europea lo scorso 2 ottobre, la situazione economica dell’area euro è migliorata rispetto all’inizio dell’anno, tanto che la previsione di crescita del PIL per il 2006 è ora del 2,5 per cento (lo 0,4 per cento in più rispetto a quanto stimato in precedenza nelle previsioni di primavera).
Base solida ma rischio forte indebitamento
La relazione attesta che tale crescita, dovuta principalmente all’aumento della domanda interna, sembra avere una base solida per mantenersi a un buon livello di medio termine. Tuttavia preoccupa la situazione di alcuni Paesi per l’alto livello di indebitamento delle famiglie e delle imprese. La Commissione sottolinea, infatti, che il debito ipotecario delle famiglie si situava sopra il 60 per cento del Pil nella metà dei Paesi dell’area euro alla fine del 2005, ma si prevede che per il 2008 tale debito possa aumentare notevolmente per alcuni Paesi.
Cause ed effetti
Per quanto riguarda l’effetto del raffreddamento del prezzo del petrolio, la Commissione afferma che l’impatto del petrolio sull’economia europea non è più così determinante come durante le crisi energetiche passate. Ciò è dovuto al miglioramento delle politiche macroeconomiche, al miglior funzionamento del mercato del lavoro, alla minore intensità energetica dell’economia e anche all’aumento degli investimenti da parte dei Paesi esportatori di petrolio verso l’Ue.
Il mercato del lavoro
Infine, sul fronte del mercato del lavoro, la Commissione sottolinea un notevole miglioramento, soprattutto grazie alla creazione di cinque milioni di posti di lavoro negli ultimi cinque anni, che hanno favorito un progressivo abbassamento del tasso di disoccupazione dalla primavera del 2005. Tuttavia una serie di aggiustamenti sarebbero opportuni considerato che la disoccupazione strutturale resta troppo elevata, i contratti sono prevalentemente temporanei; i disoccupati di lungo termine continuano ad essere presenti in percentuale elevata tra coloro che sono senza lavoro.