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Ocse: pubblicato il Rapporto
sulle entrate fiscali mondiali

Secondo il documento, il 2016 ha visto il record mondiale della pressione fiscale

Immagine di denaro
È stato pubblicato giovedì scorso, 23 novembre, l’ultimo Report Ocse sulle entrate tributarie mondiali, che fotografa lo stato di salute del gettito fiscale di 35 Paesi. Dal documento emerge che nel 2016 la pressione fiscale media nell’area Ocse ha raggiunto la percentuale record del 34,3%, la più alta dal 1965. Andando a vedere la composizione del gettito fiscale, il dato generale che si può cogliere è che, all’interno del paniere che compone le entrate fiscali, le imposte sul reddito delle persone fisiche stanno tendenzialmente aumentando il loro peso, mentre si restringe la quota delle imposte sui consumi e dei contributi sociali. Stabili, ma sempre basse, le entrate riscosse dal reddito sulle società, che ancora sono lontane dal livello degli anni pre-crisi finanziaria globale.

2016, l’anno record della pressione fiscale dal 1965
Il Rapporto Ocse dedica molto spazio alla pressione fiscale. Nel 2016, la media Ocse è salita al 34,3%, superiori di 0,3 punti rispetto al 2015 e confermando un trend di crescita rispetto al picco in negativo riscontrato in quasi tutti i Paesi Ocse tra 2008 e 2009 a seguito della crisi finanziaria ed economica mondiale. Uscendo dal dato aggregato, il tasso riscontrato nel 2016 è crescente in 20 dei 33 Stati Ocse di cui ad oggi è disponibile il dato: al top c’è la Danimarca con il suo 45,9%, ma altri sei Paesi hanno comunque una pressione delle imposte sul prodotto interno lordo superiore al 40%. Si tratta di Francia (45,3%), Belgio (44,2%), Finlandia e Svezia (44,1%), Italia (42,9%) e Austria (42,7%). A fondo classifica c’è il Messico, che con il 17,2% è l’unico Paese ad avere una pressione fiscale sotto il 20%.

Chi sale e chi scende nella scala mondiale delle entrate fiscali
Rispetto all’anno precedente, l’aumento maggiore della pressione fiscale si è riscontrato in Grecia (+ 2,2 punti percentuali) e nei Paesi Bassi (+ 1,5% punti), mentre Austria e Nuova Zelanda hanno visto la più consistente diminuzione del tasso nell’area Ocse, nell’ordine, rispettivamente, di 1 punto percentuale e di 0,99 punti. Bisogna, in ogni caso, considerare che, essendo la pressione fiscale il rapporto tra il totale delle entrate tributarie e il prodotto interno lordo di un Paese, la crescita o decrescita del tasso va letta andando a considerare l’andamento di entrambi i fattori in ciascuno Stato.

Le imposte sulle persone fisiche, una fetta sempre più consistente del gettito fiscale
Nei Paesi dell’area Ocse la quota di imposte derivante dalla tassazione sui redditi delle persone fisiche rispetto al totale del gettito fiscale è cresciuta, in media, dal 24,1% del 2014 al 24,4% del 2015, mentre è arretrata la partecipazione di contributi sociali e imposte sui beni e servizi (compresa l’Iva). Le entrate derivanti dal reddito delle società sono mediamente pari al 8,9% del totale, non ancora al livello pre-crisi del 11,2% riscontrato nel 2007.
 
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