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Francia, al via la digital tax.
In consultazione le regole pratiche

Partenza dal 1° gennaio 2020. Gli operatori avranno tempo fino al 29 novembre per inviare le loro osservazioni

BANDIERA FRANCIA

È stata pubblicata in consultazione sul sito del General Directorate of Public Finances (l’Agenzia delle Entrate francese) la bozza delle regole applicative per la nuova digital tax francese, introdotta lo scorso 24 luglio. Gli operatori avranno tempo fino al 29 novembre per inviare i loro commenti. Tempi ristretti, poi, per fissare definitivamente adempimenti e regole di dettaglio, visto che la nuova imposta entrerà in vigore dal 1° gennaio 2020.  La taxe sur les services numériques andrà a colpire con un’aliquota del 3% il fatturato derivante da specifici servizi digitali realizzati dagli operatori di grandi dimensioni del web, i soggetti cioè che producono ricavi di almeno 750 milioni di euro, di cui almeno 25 milioni realizzati in Francia. Secondo le cifre indicate nel disegno della Legge di bilancio 2020 presentata in Parlamento, il maggior gettito per il primo anno di applicazione della nuova imposta dovrebbe portare maggiori incassi per 459 milioni di euro.

In consultazione gli aspetti operativi della digital tax 
Gli stakeholder sono chiamati a esprimersi sul documento che contiene le regole applicative della nuova imposta, dalla fase dichiarativa fino al contenzioso. In particolare, vengono chiariti gli adempimenti a carico degli operatori sia nella fase dichiarativa sia per le modalità di pagamento dell’imposta. Sul primo fronte, la guida elenca i dati d’interesse per il fisco relativamente a ogni operazione realizzata, con l’obbligo di tenere distinte, per esempio, le diverse casistiche a seconda della presenza sul territorio francese dell’acquirente o del venditore. Si precisa inoltre che l’imposta seguirà le regole e le scadenze di dichiarazione, liquidazione e versamento relative all’Iva.

Come funziona la digital tax francese
L’imposta si applica a precise categorie di servizi digitali e in particolare, ai servizi di targeting pubblicitario svolti tramite l’uso dei dati degli utenti sul web, all’attività di intermediazione nelle compravendite online e alla vendita dei dati raccolti a fini pubblicitari. A doverla versare, i soggetti di grandi dimensioni che grazie a queste tipologie di servizi hanno realizzato globalmente un fatturato almeno di 750 milioni di euro, di cui 25 milioni attribuibili alla Francia.
La consultazione resterà aperta fino al prossimo 29 novembre.

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