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America latina: il cuneo fiscale
si “incunea” al 21 per cento

Ad attestarlo la prima edizione del Taxing Wages realizzato dall’ Ocse e dal Ciat

In America Latina il peso del cuneo fiscale si attesta al 21%, ben al di sotto della media Ocse (35,95%). Questo uno dei risultati contenuti nella prima edizione del Taxing Wages in Latin America and the Caribbean.
 
Basso cuneo fiscale e lavoro sommerso - La pubblicazione, curata dall’Organizzazione con sede a Parigi, è stata realizzata in collaborazione con il Ciat (Centro interamericano delle Amministrazioni tributarie) e con la Banca interamericana di sviluppo (Iadb), ed è stata presentata durante il sesto Forum sulla politica fiscale dei Paesi dell’America latina e dei Caraibi che si è tenuto a fine settembre a Buenos Aires.
Sotto la lente d’ingrandimento, la pressione fiscale e contributiva sui lavoratori dipendenti di venti Stati latinoamericani. 
Il report evidenzia come in America latina il cuneo fiscale, ovvero la differenza tra il costo totale a carico del datore di lavoro e quanto percepito effettivamente dal lavoratore, sia in media nettamente più basso che nell’area Ocse. Solo Argentina con il 34,6%, Brasile con il 32,2%, Colombia (30,5%) e Uruguay con il 30% toccano livelli quasi uguali a quelli dell’area Ocse. Gli altri Stati presentano un cuneo fiscale davvero basso, raggiungendo il minimo con l’11% di Trinidad e Tobago e con il 10% dell’Honduras.
 
Quali le cause di un basso cuneo fiscale? - Secondo l’Ocse, la bassa tassazione sul reddito delle persone fisiche e soprattutto la diffusione generalizzata del lavoro irregolare.
Proprio a questo tema è dedicato un intero capitolo dello studio. In particolare, viene analizzato il rapporto tra tassazione sui salari, caratteristiche del mercato lavoro e occupazione sommersa. La ricerca dimostra come la principale causa del lavoro irregolare siano gli alti costi di regolarizzazione, che incidono maggiormente sui lavoratori a medio-basso reddito, generando così larghe sacche di evasione fiscale e contributiva.
Questa situazione, evidenzia il report nelle conclusioni, va considerata per elaborare nuove politiche fiscali, contributive e occupazionali, con l’obiettivo di migliorare la qualità del mercato del lavoro, ma soprattutto di garantire una crescita a lungo termine e rafforzare le possibilità economiche della classe lavoratrice media. 
 
Il report evidenzia, inoltre, come il peso del cuneo fiscale sulle famiglie sia lo stesso o solo leggermente più basso rispetto a quello di un lavoratore single senza figli (differenza media dello 0,3%), al contrario dell’area Ocse dove la differenza media si attesta al 9,5%. Nell’America del Sud solo la Colombia presenta un divario sostanziale con il 3%.  La differenza, spiegano i tecnici Ocse, è dovuta al fatto che gli Stati latinoamericani, ad eccezione di Argentina, Brasile, Cile, Colombia e Uruguay, non offrono vantaggi fiscali sostanziali alle famiglie, al contrario di quanto fanno gli altri Paesi membri dell’Organizzazione.
 
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