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Dal mondo

Viaggio nel fisco del Giappone
col rapporto delle Entrate 2020

Il documento mappa le attività dell’Agenzia giapponese e dei suoi 524 uffici dislocati in tutto l’arcipelago

tempio giappone

56mila dipendenti, 12 direzioni regionali e 524 uffici dislocati in tutto il Giappone. Sono questi i numeri della Agenzia delle Entrate nipponica, fondata nel 1949 come braccio operativo del Ministero delle Finanze. Il rapporto 2020, recentemente disponibile anche in lingua inglese, ci consente di compiere un viaggio nel fisco giapponese: entrate programmate, iniziative per favorire la compliance, dichiarazioni dei redditi online oltre quota 10 milioni e tanto altro.  Dalla lettura del documento emerge il ritratto di un Paese vitale e robusto ( anche dal punto di vista dell’amministrazione fiscale) con le carte in regola per affrontare le sfide della nuova era imperiale , a partire dalla contrazione del Pil (-7,8% fra aprile e giugno) dovuta agli effetti della pandemia.  

Il fisco giapponese nell’era Reiwa
Nel maggio del 2019, con l’ascesa al trono del nuovo imperatore Naruhito, è cominciata in Giappone l’era Reiwa, traducile come “bellezza e armonia”. Anche il fisco giapponese – dichiara nell’introduzione al documento il direttore dell’Agenzia, Tsuguhiko Hoshino – ha recepito lo spirito di questa nuova era con l’intenzione di “creare un ambiente ancora più favorevole al pagamento delle imposte”. Tutto ciò con iniziative come la settimana “Pensa alle tasse” organizzata ogni anno a novembre, per favorire lo sviluppo della consapevolezza fiscale nel cittadino giapponese, o le lezioni rivolte agli studenti medi e universitari (analoghe al progetto italiano “Fisco e Scuola”).

100mila miliardi di yen di gettito complessivo previsto, l’Iva supera la Income Tax nel tax mix
Se il Paese del Sol Levante entra in una nuova era, nel fisco nipponico resta comunque centrale il sistema del Self Assesstment. Ciò significa che per buona parte dei tributi è il contribuente a autodeterminare quanto versare alle casse dello stato. Ma qual è l’ammontare complessivo di entrate previste ogni anno in Giappone? Per il 2020 il gettito atteso è di 102,7 migliaia di miliardi di yen, che però comprendono anche i bond ed altre entrate (38,1%). Gli incassi strettamente fiscali rappresentano la fetta maggioritaria (61,9%) del gettito per un totale di 63,5 migliaia di miliardi. In particolare, dopo il passaggio dell’aliquota dell’imposta sui consumi dall’8 al 10% nell’ottobre 2019, l’Iva alla giapponese rappresenta una fetta sempre più alta del totale delle entrate fiscali programmate (il 34,2%), con una crescita percentuale stimata del 6% rispetto alle somme incassate nel 2018. Il documento prevede quindi il sorpasso rispetto alla Income Tax, che, complessivamente, supera di poco il 30% del totale delle entrate tributarie.

Per oltre 10 milioni di giapponesi la dichiarazione è online
Il report 2020 del fisco giapponese consente, inoltre, di rilevare la continua crescita del numero di dichiarazioni dei redditi compilate online. In 15 anni – spiega il report – l’utilizzo dell’assistenza web del sito delle Entrate nipponiche per la compilazione delle dichiarazioni dei redditi è cresciuto di 15 volte, dalle 695mila del 2004 per arrivare a quota 10.500.000 nel 2019. Il contribuente nipponico può preparare la dichiarazione dei redditi, assistito via web dal fisco, sia con i propri dispositivi digitali che con i computer  messi a disposizione negli uffici delle Entrate. Nel 2019,4.375.000 di contribuenti hanno compilato la dichiarazione online negli uffici (ora aperti anche di domenica e nei giorni festivi in alcune date chiave della stagione dichiarativa), mentre 1,08 milioni si sono serviti dello smartphone. Complessivamente il 48% degli interessati spiega il report – compila la dichiarazione dei redditi via internet con la sola assistenza web del sito delle Entrate. Anche se il Giappone non ha mai affrontato un vero e proprio lockdown, le misure di sicurezza suggerite dal governo lasciano supporre una ancora maggiore propensione per l’utilizzo del digitale, con una ulteriore crescita delle dichiarazioni dei redditi compilate online.

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