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Usa: per l’82% dei contribuenti
i servizi online dell’Irs sono utili

È il dato che emerge da un recente sondaggio svolto dall’Agenzia delle Entrate presso l’utenza accreditata

tesoro usa
L’82% dei contribuenti  statunitensi pensa a  internet e, in particolare, ai servizi  online dell’Internal Revenue Service come canali utili a gestire i rapporti col fisco a stelle e strisce: dai rimborsi al pagamento delle imposte inhome banking. È quanto rivela un sondaggio svolto recentemente dall’Irs. In particolare, precisa la ricerca statistica, l’attuale livello di avanzamento delle tecnologie favorisce lo sviluppo di sempre maggiori aspettative da parte dei contribuenti nei confronti del Fisco “digitale”.  Le Entrate statunitensi puntano a realizzare negli Usa qualcosa di paragonabile al “nostro” cassetto fiscale al tempo del 730 precompilato: fornire ai contribuenti un accesso dinamico al proprio account online con la visualizzazione dei  pagamenti recenti e la possibilità di fare piccole modifiche e aggiustamenti  in tempo reale.  Il Tesoro Usa, con un report dell’ispettore generale per l’Amministrazione fiscale, fa ora il punto della situazione sullo stato dei servizi telematici  della nazione.
 
Passi in avanti -  Il rapporto del Tesoro prende atto dei numerosi progressi compiuti nella modernizzazione digitale dei servizi dell’Irs a partire dal 2004, descrivendo alcune delle innovazioni introdotte negli ultimi anni. Il Rapporto elenca alcuni dei servizi lanciati negli ultimi anni:
  • Get  Transcript  - Avviato nel gennaio 2014, questo servizio consente ai contribuenti di ottenere una trascrizione delle loro dichiarazioni dei redditi, spesso utilizzata ad esempio come documento utile a richiedere alla banche prestiti a studenti e a piccole imprese;
  • Where’s my refund -  Permette ai contribuenti di controllare lo stato dei loro rimborsi utilizzando le informazioni più aggiornate a disposizione dell’Irs.  Where’s my refund è stato aggiornato  lo scorso anno, in modo da essere utilizzato anche tramite smartphone;
  • DirectPay – E’un servizio sicuro, avviato nel novembre del 2013, che – come l’F24 in home banking - permette ai contribuenti di pagare le tasse direttamente dal proprio conto, senza alcun costo aggiuntivo;
  • Interactive Tax Assistant – Disponibile dal 2008, è una sorta di faq interattiva che  a partire da un quesito di partenza (ad esempio “Devo fare la dichiarazione dei redditi?”) guida il contribuente attraverso una serie di domande e di risposte immediate, che consentono di chiarire i dubbi sulle principali tematiche fiscali;
  • Earned Income Tax Credit Assistant -  Consente ai contribuenti di verificare l’ idoneità per il credito d'imposta e il relativo ammontare. Questo strumento è stato lanciato dall’Internal Revenue Service nel mese di ottobre del 2004.
 
Opportunità e rischi -  I progressi sul fronte del web potrebbero consentire all’Irs di colmare alcune lacune incontrate sul fronte dei servizi tradizionali, recentemente finite anche nel mirino del  Washington Post  (“I tagli al budget dell’Irs portano a cattivi servizi ai contribuenti”, titolava qualche mese fa un articolo online) e di un recente Rapporto dello stesso Tgta. D’altra parte, allo sviluppo di servizi online sempre più completi e interattivi corrisponde un aumento dei rischi per la sicurezza della rete e dei dati degli utenti. Anche secondo l’ispettore generale del Tesoro per l’Amministrazione fiscale, J. Russel George, a una sempre maggiore diffusione fra i contribuenti dei dispositivi elettronici e del Web corrisponde anche un incremento dei rischi  connessi all’uso della tecnologia.  “Alla crescita del desiderio dei contribuenti di utilizzare la telematica per interagire e per comunicare con l’Irs – spiega l’esponente del Tesoro -  corrisponde l’aumento del rischio associato di accessi non autorizzati ai dati fiscali dei contribuenti. Per questo motivo nello sviluppo dei servizi  online deve essere prioritario garantire la sicurezza”.
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