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Dal mondo

Usa: le Action Beps dell’Ocse
tra novità e politica condivisa - 2

Un altro caso emblematico è la nuova versione del modello di Convenzione contro le doppie imposizioni

Il (basso) livello di implementazione della legislazione americana, contrariamente ad altri Paesi OCSE, al fine di armonizzarla alle “Action” elaborate nell’ambito dei cosiddetti progetti BEPS (Base Erosion and Profit Shifting) deve essere letto anche in combinazione con l’approvazione, da parte del Dipartimento del Tesoro statunitense in data 17 febbraio 2016, della versione aggiornata del Modello USA di Convenzione contro le doppie imposizioni (Us Model Income Tax Convention), il quale ha recepito alcune delle raccomandazioni di cui ai lavori BEPS tra cui, di particolare rilievo, risulta quella contenuta nel “Preventing the Granting of Treaty Benefits in Inappropriate Circumstances, Action 6 - 2015 Final Report”.
 
Evitare le doppie imposizioni ma non soltanto
Le raccomandazioni di cui all’Action 6 ruotano attorno alla presa di coscienza, in ambito OCSE, che, benché le finalità principali dei trattati internazionali in materia fiscale siano evidentemente quelle di evitare le doppie imposizioni e, quindi, tendenzialmente di creare una tutela in favore dei cittadini dello stato contraente, non di meno tali strumenti non debbono essere strumentalizzati nell’ambito di pratiche elusive note con il nome di treaty shopping.
Letteralmente l’OCSE afferma che “tax treaties are not intended to be used to generate double non-taxation”. A tal fine, il lavoro BEPS suggerisce che nelle revisioni dei modelli di convenzione contro le doppie imposizioni tale principio sia enunciato nel preambolo in modo che sia chiara anche la finalità antievasiva ed antielusiva del trattato stesso.
 
Una visione condivisa
Il modello USA 2016 risulta aderente a tale visione. Nel preambolo, infatti, si afferma che la politica nella definizione dei trattati fiscali deve essere finalizzata ad eliminare la doppia imposizione senza creare opportunità di non-imposizione o di riduzione dell'imposizione attraverso l'evasione o l'elusione fiscale.
In aggiunta il nuovo articolo 28 (Subsequent Changes in Law) obbliga gli Stati contraenti a consultarsi al fine di modificare il trattato quando necessario, quando le modifiche apportate nel diritto interno di uno stato mettono in discussione l'equilibrio originario del trattato.
E’ evidente il forte impatto di tale impostazione, dal momento che si rende chiara, innanzitutto, quale debba essere la chiave interpretativa dei casi dubbi, potenzialmente generatori di fenomeni di abuso.
 
Le regole specifiche antiabuso
Accanto a tale principio generale sono contenute regole specifiche antiabuso (riduzione dei benefici per i soggetti che hanno un regime di “remittance basis” o tassati a forfait nello stato della fonte, restrizioni per le operazioni triangolari con stabili organizzazioni, per i regimi speciali, contract-splitting e speciali regole per le “expatriated entities”).
Nonostante l’approvazione di una modifica del modello di convenzione in anticipo rispetto a quello OCSE, è possibile, tuttavia, affermare che attualmente, sul fronte USA, il processo di riforma dei trattati fiscali internazionali, a quasi due anni dal report finale dei lavori BEPS, può definirsi ancora in una fase di start up, considerate le lungaggini che spesso accompagnano l’approvazione di un nuovo trattato, molte volte oggetto anche di dispute su singole regole o sul significato dei termini.
Il nuovo regime di convenzione statunitense assume, quindi, nel breve termine, un significato notevole non tanto, o non soltanto, in relazione ai trattati da stipulare con il nuovo schema o a quelli che saranno conformati ad esso in fase di revisione ma soprattutto quale “sorgente di principi interpretativi” anche per i trattati in vigore, oltre che come espressione di una policy sul tema dell’elusione ed evasione fiscale internazionale.
 
La situazione negli altri Paesi aderenti
Più interessante appare lo stato dell’arte dei paesi aderenti al modello di convenzione OCSE, molti dei quali, in applicazione di quanto previsto nell’action 15, sono in procinto di procedere ad una simultanea rinegoziazione dei trattati esistenti rendendo più immediato l’adeguamento in chiave BEPS.
Più di 100 giurisdizioni hanno, infatti, concluso e negoziato dei “Multilateral Instrument” (MLI) che implementeranno rapidamente una serie di misure fiscali per aggiornare le norme tributarie internazionali e ridurre l'opportunità di evasione fiscale da parte delle multinazionali. Intanto da sottolineare che si tiene oggi a Parigi la cerimonia per la firma della convenzione multilaterale Beps.


2 - fine
La prima puntata è stata pubblicata martedì 6 giugno

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