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Dal mondo

Ue: sulla tassazione dei giganti
del web pronta nuova proposta

A formularla la Francia e la Germania che hanno elaborato un progetto congiunto da presentare al Consiglio

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Multinazionali hi-tech sempre più vicine alla resa dei conti con il fisco europeo. Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ha annunciato nei giorni scorsi un’iniziativa franco-tedesca che entro metà settembre dovrebbe provare a mettere ordine in questo settore. La maggior parte dei giganti del digitale continua, infatti, a versare al fisco percentuali irrisorie in termini di tassazione, sebbene i ricavi siano di molto superiori.
 
Cosa chiedono la Francia e la Germania
Nonostante Le Maire abbia mostrato apprezzamento per gli sforzi fatti dall’Ocse e dalla Commissione europea per cercare di mettere a punto una strategia fiscale comune ed efficace, il ministro dell’Economia francese ha anche osservato come questo riordino sia molto complicato e stia prendendo troppo tempo. Per cercare di trovare una soluzione a questo problema in tempi più rapidi ha, quindi, annunciato che Francia e Germania presenteranno una proposta al prossimo consiglio dei ministri europeo che si svolgerà a Tallin il 15 settembre prossimo. La Francia, con la Germania e altri partner europei, sta infatti lavorando per mettere fine agli escamotage che hanno consentito finora ai giganti del web come Alphabet (Google), Apple, Facebook e Amazon di minimizzare i loro oneri fiscali in Europa, sottraendo quote di mercato alle società europee.

Tassare adeguatamente le multinazionali del web
“A fronte di un giro d’affari da decine di milioni di euro”, ha affermato il ministro intervenendo ad un question time dell’Assemblée Nationale (la Camera dei deputati  francese), “il Tesoro incassa appena qualche decina di migliaia di euro, e questo è inaccettabile”. Le Maire ha citato in particolare il caso Airbnb, la piattaforma che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare. La compagnia americana ha infatti versato al fisco francese meno di 100.000 euro nel 2016, nonostante il servizio di prenotazione sia stato utilizzato da oltre 10 milioni di connazionali.
L’attenzione è però rivolta a tutte le piattaforme digitali, la maggior parte delle quali con sede in Irlanda. Motivo per cui Parigi dovrebbe chiedere di inserire tra i punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio dei ministri europeo un testo specifico sulla fiscalità relativa ad internet, in modo che la proposta possa essere discussa in occasione del vertice dei capi di Stato e di Governo previsto per il prossimo dicembre.
 
La risposta ufficiale dell’Ue
La portavoce della Commissione europea Vanessa Mock, sollecitata dalle domande dei giornalisti dopo le dichiarazioni del ministro francese, ha dichiarato che si sta riflettendo su quale sia l’approccio migliore per tassare la cosiddetta “economia collaborativa digitale”, confermando la discussione prevista alla riunione dell’Ecofin, a Tallinn, del 15 settembre prossimo. La portavoce ha ricordato, inoltre, come in passato sia stata evidenziata la necessità di assicurare un principio di tassazione equa applicabile oltreconfine: lo scorso anno, infatti, sono state pubblicate le linee guida per gli Stati membri relative all’applicazione della legge sulla collaborative economy, chiarendo alcuni aspetti inerenti la tassazione. L’obiettivo è quello di far pagare la giusta quota di tasse alle aziende che operano in Europa, seppur in un ambiente digitale, creando le condizioni per una concorrenza equa con le altre imprese del vecchio continente.
 
I controlli sugli affitti brevi a Parigi
Intanto Parigi ha decuplicato le multe a chi affitta camere e appartamenti oltre i limiti previsti dalla legge, in quanto competerebbero in maniera sleale con gli alberghi veri e propri. Grazie a controlli più rigorosi, effettuati da un team di 25 agenti dispiegati in città, nel primo semestre dell’anno sono aumentate di dieci volte le multe inflitte ai proprietari che affittavano i loro appartamenti per più di 120 giorni l’anno. Le autorità parigine hanno fatto sapere di aver sanzionato 31 proprietari di 128 unità immobiliari, per un totale di 615.000 euro di ammenda. Parigi è uno dei principali mercati di Airbnb, con circa 65.000 appartamenti presenti sulla piattaforma online, mentre altri 35.000 sono disponibili su altre piattaforme simili.
 
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