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Dal mondo

Ue: per le Pmi banda ultralarga
in linea con gli aiuti di Stato

Nel futuro della connettività, le reti internet veloci rappresentano un sistema cruciale di infrastrutture

sistemi di rete
Le reti internet veloci rappresentano un sistema cruciale di infrastrutture per il futuro in termini di connettività per le imprese europee. In questo nuovo contesto le piccole e medie imprese, proiettando la propria immagine e gli investimenti in uno scenario futuro, ritengono di poter utilizzare il cloud computing con l’obiettivo di migliorare il rapporto costi-efficienza.
 
Europa 2020
Tra le 7 iniziative faro della strategia Europa 2020, la Commissione europea raccomanda ai 28 Stati membri dell’Unione l’attuazione dell’Agenda Digitale Europea (ADE) per sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) con l’obiettivo di favorire l’innovazione, la crescita economica, l’occupazione e il progresso.
 
La strategia digitale nazionale dell’Italia
Coerentemente con gli obiettivi dell’ADE, le autorità italiane hanno messo a punto una propria strategia digitale nazionale da attuare attraverso vari tipi di interventi. Trattasi, in particolare, dell’aiuto di Stato SA 34199 2012/N – Italia. Sul punto, la Commissione europea, con la decisione C/2012-9833 final del 18 dicembre 2012, ha ritenuto compatibile con il mercato interno il Progetto strategico banda ultralarga ai sensi della lettera c) paragrafo 3 dell’articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (nonché degli orientamenti comunitari relativi all’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga.
In estrema sintesi, l’aiuto di Stato SA 34199 delinea il regime quadro previsto dall’articolo 30 del decreto legge n. 98/2011, come modificato dalla legge n. 111/2011, nel quale possono rientrare una serie di progetti regionali e in qualche caso locali.
 
Motivi della scelta di un “regime quadro”
Poiché gli strumenti di finanziamento dei progetti relativi alla banda larga sono verosimilmente destinati ad essere resi disponibili soprattutto a livello periferico e visto il numero di tali strumenti, l’Esecutivo italiano ha deciso di far confluire in un unico “regime quadro” nazionale tutti i progetti relativi alla banda larga, al fine di assicurare la riduzione del carico amministrativo per le piccole amministrazioni aggiudicatrici e accelerare gli investimenti destinati alla banda larga.
In altri termini, il progetto contiene il quadro giuridico nazionale e i criteri per i programmi di aiuti di Stato elaborati dalle amministrazioni locali, che poi sceglieranno gli operatori privati a cui affidare la realizzazione delle infrastrutture nel loro territorio.
In tal caso, le amministrazioni territoriali non hanno la necessità di notificare i loro progetti alla Commissione europea, in ottemperanza della disposizione prevista nel paragrafo 3 dell’articolo 108 del TfUe, poiché tale vincolo è stato già ottemperato a monte, a condizione, tuttavia, che siano rispettate le linee generali del regime quadro e che i relativi bandi di gara siano sottoposti al Mise per un controllo di coerenza.
 
Tre modelli di intervento
Sono tre i modelli di intervento da cui dipenderanno le modalità d’azione delle amministrazioni locali nell’erogazione di fondi pubblici agli operatori privati ovvero: Modello A: intervento diretto; Modello B: partnership pubblico-privata; Modello C: incentivo (finanziamento della differenza).
 
Sblocca Italia
In attuazione di quanto previsto sul piano comunitario, con l’articolo 6 del decreto legge n. 133/2014, è stato disposto un incentivo fiscale (nella forma del credito d’imposta) da inserirsi nell’ambito di quelle misure già contemplate per la promozione di interventi infrastrutturali previste all’articolo 33 del decreto legge n. 179/2012. La norma, dispone che tale beneficio deve essere concesso (e con i decreti attuati) tenendo conto della decisione della Commissione europea C/2012-9833 final del 18 dicembre 2012.



Fonti utilizzate
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