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Ue: un piano per crescita e lavoro
ma senza creare nuovo debito

Su questo assunto fondamentale poggia il progetto di investimenti presentato dalla commissione europea

stati membri ue
Energia, trasporti, banda larga, istruzione, ricerca e innovazione. Sono questi i settori strategici su cui la nuova Commissione europea ritiene improcrastinabile investire per il prossimo futuro. Per questo motivo, ha sottolineato il neopresidente dell’esecutivo, Jean-Claude Juncker, è fondamentale l’istituzione e l’operatività entro tempi brevi del nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici. Uno strumento considerato decisivo per garantire il futuro occupazionale dell’Europa comunitaria.

L'articolazione del progetto e gli obiettivi
Il progetto si articola in tre filoni principali ed è stato realizzato in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti. Le misure proposte, secondo l’esecutivo Ue, potrebbero aggiungere tra 330 e 410 mld di euro al prodotto interno lordo dell’Unione europea nell’arco dei prossimi tre anni e creare fino a 1,3 milioni di nuovi posti di lavoro. Il piano, che prevede il coinvolgimento di Parlamento europeo e Stati membri, poggia su un assunto fondamentale: evitare di creare nuovo debito.

Tre strumenti per un progetto comune
Tre sono i filoni a cui si ricollega il piano messo a punto dalla Commissione europea. Il primo è il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici, in acronimo FEIS, che dovrebbe mobilitare, nelle intenzioni della Commissione, 315 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi distribuiti nell’arco dei prossimi tre anni. Questo nuovo strumento sarà garantito da fondi pubblici. Il secondo prevede l’istituzione di una riserva di progetti che potrà contare su un programma di assistenza la cui funzione è verificare e indirizzare gli investimenti nelle aree dove sono maggiormente necessari. Infine, a fare da corollario al piano, il terzo filone rappresentato da una tabella di marcia con l'obiettivo di creare le condizioni affinché l’Europa possa diventare in tempi brevi un’area di mercato in grado di attrarre gli investimenti, semplificando gli iter burocratici e regolamentari. A questo proposito, e su questo ultimo punto, la Commissione europea, entro questo mese, nel programma di lavoro per il 2015, ha intenzione di proporre un elenco prioritario di iniziative specificamente connesse al piano di investimenti.
 
La validazione dei progetti
Alla riserva trasparente sarà affidato il compito di individuare i progetti validi a livello dell’Unione europea con una opportuna selezione e il ricorso a strumenti finanziari innovativi. La task force, istituita dalla Commissione, può già contare sulla collaborazione degli Stati membri che, da settembre, stanno mettendo a punto gli elenchi dei progetti. La selezione tiene conto di tre requisiti fondamentali: il valore aggiunto ovvero deve trattarsi di progetti a sostegno degli obiettivi dell’Unione; la redditività e il valore economici, ovvero deve trattarsi di progetti a elevato rendimento socioeconomico a cui sarà assicurata una giusta priorità; infine l’avviamento che deve concretizzarsi entro un arco temporale ragionevole per la spesa in conto capitale nel periodo compreso tra il 2015 e il 2017.
 
Pil e inflazione ultime rilevazioni Eurostat
Pil destagionalizzato in aumento dello 0,2% nell’area euro e dello 0,3% nell’Unione europea a 28 Stati membri nel terzo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2013. In aumento anche il tasso di inflazione che a ottobre ha registrato un +0,1% attestandosi allo 0,4%  contro lo 0,3% di settembre. Sono i due valori di rilevo che, alcuni giorni prima della presentazione del piano di investimenti della Commissione, sono stati resi noti dall’Ufficio europeo di Statistica (Eurostat).
 
Il confronto tra Ue e Uem
Nel secondo trimestre di quest'anno, il Pil è cresciuto dello 0,1% nella zona euro e dello 0,2% nell’Unione europea a 28 Stati. Rispetto al trimestre dell'anno precedente, il pil destagionalizzato risulta in aumento dello 0,8% nell’area euro e dell'1,3% nell’Unione a 28 Stati nel terzo trimestre di quest'anno, dopo il +0,8% e il +1,3% registrato nel trimestre precedente.
 
I risultati dei singoli Stati
Relativamente poi al confronto tra Stati, dai dati comparati sull’inflazione, il Rapporto Eurostat rileva che i più alti tassi annuali sono stati registrati in Romania (1,8%), Austria (1,4%) e Finlandia (1,2%). Rispetto a settembre, l'inflazione annua è scesa in otto Stati membri, è rimasta stabile in tre e ha subito un rialzo in sedici.
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