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Dal mondo

Ue: Irlanda, Belgio e Ungheria
in testa per infrazioni fiscali

A indicarlo è l’ultimo rapporto della Commissione di luglio che contiene anche le peggiori performance

commissione europea
Irlanda, Belgio e Ungheria nel mirino dell’Ue. Con il pacchetto di infrazioni del mese di luglio, la Commissione europea bacchetta i tre Stati membri per violazione delle norme comunitarie in ambito fiscale.
 
L’Irlanda e la tassazione sulle automobili
Giunge all’ultimo step la procedura di infrazione avviata dalla Commissione nei confronti del Governo di Dublino. Il 27 febbraio scorso, infatti, l’esecutivo comunitario aveva inviato all’Irlanda un parere motivato, invitandola a conformare la propria legislazione in materia di tassazione automobilistica alla normativa europea. Nessuna risposta da Dublino. A luglio, quindi, la Commissione ha deferito lo Stato membro alla Corte di giustizia, per l’ultima e definitiva fase della procedura. Adesso la parola spetta ai giudici di Lussemburgo che con una sentenza potrebbero definitivamente obbligare l’Irlanda a conformarsi alle regole Ue. A finire nel mirino della Commissione è la tassa d'immatricolazione degli autoveicoli a noleggio e in leasing. Il Governo irlandese, infatti, applica il pieno importo dell’imposta ai veicoli affittati dai residenti irlandesi da aziende operanti in un altro Stato membro e non, invece, come dovrebbe, in modo proporzionale alla durata esatta del noleggio (che dovrebbe essere esplicitata nel contratto di leasing/affitto).
Secondo Bruxelles, questo modo di applicare l’imposta ostacola la libera erogazione dei servizi all’interno dell’Unione, sfavorendo, di fatto, le aziende di leasing/noleggio di altri Stati membri.
 
Il Belgio e le agevolazioni fiscali
Seconda fase della procedura di infrazione per il Belgio, a cui la Commissione ha inviato un parere motivato. L’Unione chiede al governo di Bruxelles di modificare le norme sulle agevolazioni fiscali destinate ai redditi dei contribuenti. In pratica, la legislazione nazionale prevede benefici fiscali unicamente per i redditi prodotti in Belgio. In questo modo i contribuenti belgi che hanno percepito redditi in un altro Stato membro (che non possono godere di bonus fiscali) vengono discriminati rispetto a coloro che possiedono soltanto redditi percepiti sul territorio nazionale. Secondo il parere della Commissione, queste regole violano la libera circolazione delle persone e dei capitali, sancite dai Trattati sull’Unione. Per questo, l’esecutivo comunitario chiede al Governo di intervenire sulla questione. Il Belgio ha adesso due mesi di tempo per comunicare alla Commissione le misure che intende adottare per allineare alle regole europee le proprie norme in materia. Se non lo farà, la procedura passerà alla competenza della Corte di giustizia.
 
L’Ungheria tra alimenti e tabacco
È ancora alla prima fase la procedura avviata dalla Commissione contro l’Ungheria. Sotto la lente dell’esecutivo comunitario due disposizioni di carattere fiscale: una sulla tassazione della filiera alimentare e l’altra relativa all’imposta sul tabacco, entrambe entrate in vigore quest’anno.
Per quanto riguarda la filiera alimentare, le nuove regole, vigenti dal primo gennaio scorso, prevedono una tassazione progressiva per le attività dei rivenditori di prodotti alimentari, cosmetici e prodotti farmaceutici, con aliquote che variano dallo 0 al 6%. Gli operatori con un basso fatturato sono esentati totalmente o versano un’imposta sensibilmente più bassa (aliquota dello 0,1%) rispetto a rivenditori di dimensioni più grandi. Secondo la Commissione, questa nuova tassazione progressiva si configura come aiuto di stato nei confronti dei rivenditori più piccoli e viola le norme comunitarie perché può determinare danni alla libera concorrenza e limitazioni alla libertà di stabilimento delle imprese garantita dai Trattati dell’Unione.
Nel mirino dell’Ue anche la tassa sul tabacco introdotta dal Parlamento ungherese nel dicembre del 2014 ed entrata in vigore lo scorso primo febbraio. L’imposta viene applicata sulle aziende ungheresi produttrici di tabacco con aliquote progressive che vanno dallo 0,2 al 4,5%, in base al fatturato dell’impresa. Secondo la Commissione, l’applicazione di questa tassa potrebbe favorire le aziende con minor fatturato, ostacolando la concorrenza nel settore e violando, quindi, le norme europee sul libero mercato.
Contro l’Ungheria, inoltre, la Commissione ha già in corso un’altra procedura di infrazione in ambito fiscale, riguardante la tassa sulla pubblicità introdotta nel giugno 2014. Anche in questo caso, l’applicazione dell’imposta secondo aliquote progressive che spaziano dallo 0 al 50% potrebbe favorire alcune aziende e non essere, quindi, compatibile con le regole sugli aiuti di Stato.
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