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Dal mondo

Truffe via web, negli Usa arrivano quelle fiscali

È recente la notizia relativa alla individuazione di un sito web il cui scopo è intercettare i rimborsi delle imposte

pianeta circondato da cavi elettrici
La frode più comune consiste ina email non richiesta, con cui si notifica al destinatario che il governo federale è debitore di un rimborso da corrispondere soltanto previa comunicazione del numero di carta di credito. È recente la notizia pubblicata sul sito del Ciat (Centro interamericano delle Amministrazioni tributarie) e relativa alla individuazione negli Usa di un sito fraudolento che intercetta i rimborsi delle imposte, sottrae ai contribuenti le proprie informazioni ed espone chi presenta le dichiarazioni dei redditi per via telematica a una verifica da parte della IRS ( l’Internal Revenue Service).

Le tipologie più comuni di frode negli Usa

La frode più comune consiste in un messaggio di posta elettronica non richiesto con cui si notifica al destinatario che il governo federale è debitore di un rimborso che verrà accreditato soltanto previa comunicazione del numero di carta di credito. L’altra frode è ancora più dannosa e riguarda siti web che si presentano come membri ufficiali del programma "e-file" di Irs, con cui si dà facoltà ai gestori delle pratiche tributarie di offrire servizi gratuiti in linea per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi ad alcuni cittadini degli Stati Uniti.

Come nascono e si sviluppano
Questi siti, pubblicizzati attraverso la posta elettronica spam e le campagne spam che fanno salire la posizione dei siti nei risultati di ricerca, sembrano ufficiali. Lo stratagemma è che insieme ai dati personali e finanziari, i falsari provvedono a deviare qualsiasi rimborso ai conti bancari che controllano.

La strategia dell’Agenzia delle Entrate Usa 
A causa, in parte, dell’aumento del numero dei siti illegali per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi telematiche, l’Agenzia americana delle Entrate ha emanato di recente nuove regole per le società deputate a offrire il servizio, che aiutano il Governo a riconoscere rapidamente i provider elettronici autorizzati da quelli non autorizzati.

Un fenomeno che allarma anche l’Europa
Proposte di incredibili affari da qualche milione di dollari, e-mail che annunciano favolose vincite a lotterie. Sono soltanto alcune delle truffe che imperversano sul web anche nella forma siti e che hanno come conseguenza semplici seccature per gli utenti. Ancora più gravi sono quelle che comportano un danno economico diretto come la modifica non autorizzata delle impostazioni del computer, la sottrazione di dati riservati dietro le quali spesso si nascondono gruppi criminali o addirittura terroristici. Soltanto in Italia l’Istat ha calcolato che nel 2003, le truffe via web sono aumentate del 245 per cento rispetto al 2002. Dati questi peraltro confermati dal ministero dell’Interno secondo cui nel triennio (luglio 2001-giugno 2004) sono stati registrati più di 300mila casi a fronte dei 145.212 del triennio precedente (luglio 1998-giugno 2001). Secondo l'Anti-Phishing Working Group, le truffe legate al furto di identità digitale, tra novembre 2004 e novembre 2005, sarebbero cresciute del 52 per cento su scala mondiale.

Phishing
e botnet le nuove frontiere della truffa via e-mail
Anche la Polizia di Stato italiana ha segnalato l’aumento esponenziale della truffa online chiamata phishing attraverso cui si carpiscono, per e-mail, i dati di accesso personali alla propria banca online. Una delle ultime frontiere delle frodi via web è il botnet. Si tratta di virus che infettano una rete di computer e che permettono all’ideatore di controllare l’intero sistema sfruttandone la compromissione per promuovere attacchi e operazioni illecite. Per far fronte al problema la Microsoft, in collaborazione con e-Bay e Visa, hanno predisposto un database, denominato Phish Report Network, in cui sono raccolte tutte quelle informazioni che possono rivelarsi utili per identificare e distinguere le e-mail oneste da quelle truffaldine ma anche di stilare una sorta di black list dei siti del phishing responsabili dei tentativi di truffa.


Fonte: alcuni dati indicati fanno riferimento a relazioni di Confcommercio e a studi e ricerche Istat e della Polizia di Stato italiana.
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