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Dal mondo

Svizzera: si apre a nuovi Paesi
lo scambio delle informazioni

A deciderlo è stato di recente il Consiglio federale elvetico che ha trasmesso il progetto relativo al Parlamento

consiglio federale elvetico
Sono quarantuno i nuovi Stati e territori con cui la Confederazione elvetica intende attuare lo scambio automatico di informazioni relative a conti finanziari. I progetti, su cui il Consiglio federale si è espresso al termine di una procedura di consultazione, sono stati trasmessi al Parlamento nei giorni scorsi e riguardano l’attivazione dello scambio automatico di informazioni con ogni Stato o territorio e il ricorso a specifici decreti federali.
 
Le modalità di scambio e le tipologie di informazioni
Il punto di riferimento giuridico dello scambio delle informazioni è l’accordo multilaterale tra autorità competenti, in sigla conosciuto con il termine di accordo SAI. L’accordo applica lo standard globale Ocse e si basa sull’articolo 6 della Convenzione del Consiglio d’Europa e dell’OCSE che disciplina l'assistenza amministrativa tra gli Stati. La Confederazione ha aderito a questa Convenzione il 15 ottobre 2013. Nel 2015 l’accordo SAI e la legge federale del 18 dicembre 2015 sullo scambio automatico internazionale di informazioni a fini fiscali (LSAI) sono stati approvati dall’Assemblea federale. Lo standard riguarda le persone fisiche e quelle giuridiche e tra le informazioni oggetto di scambio vi sono indirizzo e data di nascita dei contribuenti residenti all'estero che detengono un conto in un Paese diverso da quello in cui risiedono, il numero di conto, i redditi di capitale, il saldo del conto ecc...
 
La prima procedura di consultazione e gli Stati
A essere interessati dallo scambio informazioni sono quarantuno Stati. I primi 21 fanno riferimento alla prima procedura di consultazione che, conclusa il 15 marzo di quest'anno, coinvolge 21 Stati e territori a partire dal 2018-2019. Tra questi figurano alcuni Stati membri del G20 (Argentina, Brasile, India, Messico, Sudafrica), dell’OCSE (Cile, Israele, Nuova Zelanda), alcuni Stati europei che intrattengono relazioni con l’Unione europea (Andorra, Isole Faroer, Groenlandia, Monaco, San Marino), alcuni Stati e territori con piazze finanziarie di importanza settoriale o regionale (Barbados, Bermuda, Isole Vergini Britanniche, Isole Cayman, Maurizio, Seychelles, Isole Turks e Caicos, Uruguay).
 
La seconda procedura di consultazione e gli Stati
La seconda procedura di consultazione, che si è invece chiusa il 13 aprile sempre di quest’anno, riguarda 20 Stati e territori tra cui alcuni sono sempre appartenenti al G20 (Arabia Saudita, Cina, Indonesia e Russia), partner economici e commerciali importanti (Colombia, Emirati arabi uniti, Liechtenstein e Malaysia) e piazze finanziarie (Aruba, Antigua e Barbuda, Belize, Costa Rica, Curaçao, Grenada, Isole Cook, Isole Marshall, Montserrat, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine).
 
Come procedere da ora in avanti
Prima di dare inizio allo scambio delle informazioni il Consiglio, con un decreto federale, metterà a punto un rapporto sullo stato di attuazione la cui funzione è verificare che gli Stati e i territori interessati soddisfino effettivamente i requisiti dello standard globale, in particolare per quanto attiene la confidenzialità, la sicurezza dei dati. Allo stato dell’arte secondo il Consiglio non vi sono elementi che lascino supporre un pericolo per la sicurezza dei dati. La maggioranza degli Stati ha infatti realizzato procedure speciali e soltanto un numero limitato di persone ha accesso alle informazioni. Parità di condizioni, adeguate possibilità di regolarizzazione, sufficiente confidenzialità e protezione dei dati in ambito fiscale, miglioramento dell’accesso al mercato per i servizi finanziari sono i criteri definiti nei mandati di negoziazione del Consiglio federale con cui la Confederazione introdurrà lo scambio automatico di informazioni nell’ambito di entrambi i progetti
 
Lo stato dell’arte nel 2017
Già da quest’anno la Svizzera ha introdotto lo scambio automatico di informazioni con 38 Stati e territori, di cui alcuni sono Paesi membri dell’Unione europea. Nel 2018 avrà luogo il primo scambio di dati con questi Stati e territori.
 

 
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