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Dal mondo

Svizzera: dalle file in banca alle code dei disoccupati

AAA lavoro cercasi, altro che bassa tassazione offresi. Questa l’inversione che segnala l'impatto della crisi

persone in fila
E’ un brusco risveglio quello che attende Berna nel 2009, anzi, un ritorno alla realtà come strillano da settimane gli economisti dei più autorevoli centri di ricerca elvetici. La ragione? Nonostante il gettito complessivo delle imposte e delle tasse federali abbia orami raggiunto l’asticella rassicurante dei 36 miliardi di euro nel 2008, le previsioni sull’anno in corso danno il pil in caduta libera, la produzione industriale in rotta, l’export stagnante e, per finire, la disoccupazione in picchiata.
Nel complesso, il profilo dell’economia elvetica che si staglia sul prossimo biennio è talmente accessoriato da dati negativi che perfino i saldi e scultorei timonieri della Confederazione sembrano sull’orlo d’una crisi di nervi, o meglio, contabile.
 
I turbamenti delle statistiche
Tanto per cominciare, il pil, cioè la ricchezza generata dal sistema elvetico nel 2009, non subirà un arretramento pari allo 0,8% come segnalavano le prime stime, piuttosto, secondo quanto risulta dall’analisi dei dati più recenti, la retromarcia dell’economia sarà pari al 2,2%, facendo scivolare Berna indietro fino al 1975, in pratica un’altra epoca. Peraltro, anche la produzione industriale è attesa in caduta, -5,5%, una marcia indietro che s’allega all’inversione di tendenza delle esportazioni, anch’esse in calo. E questo, a conti fatti, nonostante nelle banche dei cantoni svizzeri risultino ben alloggiati tesori dalla taglia superiore ai 6mila miliardi di dollari, considerando il valore dei depositi bancari e delle ricchezze gestite tramite una serie davvero complessa di strumenti finanziari che, a dire il vero, anche la crisi attuale non sembra aver definitivamente consegnato alla storia.
 
Boom dei disoccupati: AAA lavoro cercasi
Oggi, il livello interno della disoccupazione consegna alle liste dei senza lavoro all’incirca 130mila individui. Osservando dati correnti e proiezioni future, nel 2010 si toccherà il fondo, oltrepassando la soglia dei 200mila disoccupati. Un segno questo in decisa contrapposizione rispetto ai trend abituali propri della società elvetica e dell’economia confederale.
 
E il Fisco sta a guardare
Ma il dato che stupisce riguarda il livello di tassazione che, per effetto del complicarsi e dell’addensarsi delle norme, continua imperterrito a favorire i soggetti non residenti a discapito dei contribuenti svizzeri. Cittadini questi che, ora toccati dalla stagione e dai rovesci dello tsunami della finanza mondiale, cominciano a esplicitare il loro malcontento chiedendo interventi che siano, nel caso d’uno stimolo fiscale, più vicini ai bilanci delle famiglie elvetiche piuttosto che a quelli di imprese e ricchi contribuenti esteri. E così i responsabili dell’economia sono avvisati. Forse, anche per la Svizzera, il paese dei tesori, è giunto il momento di varare norme finalizzate a risollevare le tasche dei residenti e non i conti di grandi aziende straniere.
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