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Dal mondo

Spagna, Fisco e notai insieme
per svelare le reti societarie opache

I funzionari tributari potranno accedere al data base che raccoglie i dati sulla titolarità di società trust, associazioni e altri enti

immagine generica illustrativa

Il Fisco spagnolo ha ottenuto la collaborazione dei notai per stringere le maglie intorno agli schemi societari opachi. In base a un accordo sottoscritto a inizio febbraio con il Consiglio generale dei notai - l’organismo incardinato all’interno del ministero della Giustizia che rappresenta i 2.800 notai attivi sul territorio spagnolo – i funzionari dell’agenzia delle entrate avranno accesso alla Base de Datos de Titular Real (BDTR), il data base gestito dall’organizzazione spagnola dei notai che raccoglie i dati relativi alla titolarità di oltre 2 milioni di soggetti tra società e altri enti giuridici, ma anche associazioni, fondazioni, partiti e ONG.

Che cosa prevede l’accordo
I funzionari tributari potranno acquisire diverse informazioni e ricostruire con più facilità i legami tra soggetti diversi, andando a seguire i fili che compongono le spesso intricate e poco trasparenti reti dei gruppi societari. Il data base sui Proprietari reali (Bdtr) - istituito da una legge del 2010 per il contrasto al riciclaggio di denaro - dal 2012 aggiorna mensilmente i nominativi dei titolari effettivi di società, associazioni, fondazioni e altri enti. In pratica, la consultazione di questo sistema consente di portare alla luce le connessioni che intercorrono tra diversi soggetti giuridici anche apparentemente non collegati, attraverso la ricostruzione delle partecipazioni dirette e indirette fino a risalire ai titolari effettivi “persone fisiche”. I funzionari del fisco potranno effettuare sia consultazioni definite ascendenti, cioè partire da una società per ricostruirne i titolari effettivi, sia discendenti, cioè interrogare il profilo della singola persona e ricostruire le sue partecipazioni dirette e indirette a società o altre organizzazioni.

L’uso dei big data
L’accordo prevede inoltre la trasmissione periodica all’agenzia delle entrate spagnola di una serie di informazioni riguardanti specifiche tipologie di operazioni. Queste operazioni sono tratte dall’Índice Único Informatizado Notarial, il sistema telematico con cui i singoli notai comunicano gli atti stipulati al Consiglio generale dei notai. La trasmissione al Fisco sarà bisettimanale e comprenderà i dati identificativi dei titolari di quote e degli amministratori, le date della loro nomina e revoca, ma anche le operazioni immobiliari o finanziarie e quelle di finanziamento. Una miniera di informazioni preziosa: ogni anno, infatti,  sono all’incirca 700mila gli atti certificati da un notaio spagnolo che riguardano la vita di una società, tra costituzioni di nuovi soggetti giuridici, trasferimenti di quote e altre tipologie di operazioni. Nei primi 9 mesi del 2019, per esempio, le sole nomine nei cda societari hanno costituito oltre il 30% delle circa 500mila operazioni, il 15% sono state fusioni e incorporazioni e un altro 15% la costituzione di società nuove. Il trattamento informatizzato di questi big data consentirà al Fisco di mappare le operazioni e i legami tra società, trust e altri soggetti giuridici e di penetrare oltre l’opacità dei rapporti più complessi per scoprire eventuali schemi architettati ad hoc per realizzare frodi, fatturazioni false o altre operazioni fraudolente.

Il contrasto al riciclaggio e alle frodi attraverso la rete dei notai
L’accordo del 5 febbraio si inserisce all’interno di una serie di azioni di contrasto agli illeciti di natura societaria che il Consiglio generale dei notai svolge in Spagna già da diversi anni. In particolare, nel 2005 è stato creato al suo interno l'Organismo centralizzato per la prevenzione del riciclaggio di denaro (Órgano Centralizado de Prevención del Blanqueo de Capitales, OCP), che si occupa di inviare stabilmente segnalazioni e dati sospetti alla Commissione per la prevenzione del riciclaggio di denaro e dei reati monetari, la massima autorità spagnola nella lotta contro il riciclaggio di denaro. Inoltre,
Per quanto riguarda l’evasione fiscale, dal 2006 i notai sono tenuti per leggere a conoscere i mezzi di pagamento utilizzati e gli importi, includerli negli atti e incorporarli nell'indice informatico notarile unico. Dal 2007, inoltre, è stato istituito l’Órgano de Colaboración Tributaria (OCT), che analizza il contenuto dell’indice per rilevare e segnalare all’Agenzia delle Entrate le transazioni sospette.

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