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Dal mondo

Regno Unito: tra tutti è la donna
il vero contribuente perfetto

L’identikit messo a punto da tecnici del Fisco di Sua Maestà sulla base di un campione rappresentativo

donna britannica
Lavora, rispetta le regole, paga i canoni pattuiti e, soprattutto, adempie ai rispettivi obblighi fiscali entro i termini prescritti per legge. Chi è? Un contribuente britannico, non di genere maschile ma femminile, insomma, una donna. Naturalmente, non una sola, ma diversi milioni di donne che, in punta d’orologio, ogni anno presentano con tempestività la dichiarazione dei redditi, con un numero lieve di errori e con i pagamenti in ordine. In realtà, la compliance femminile era nota da anni nel Regno Unito, ma con l’ultimo elaborato, pubblicato dall’Agenzia delle Entrate britannica, ha finalmente ottenuto una completa certificazione. Il Fisco, infatti, rappresentava l’ultima frontiera inespugnata dalle donne, talmente saldamente nelle mani dei colleghi uomini che, in molti, esperti inclusi, ritenevano inconquistabile. Sbagliato, come dimostrano i dati diffusi dai ricercatori dell’Amministrazione finanziaria centrale londinese.
 
Le donne vincono la gara sulle tasse – Analisti e tecnici delle Entrate hanno prima selezionato un campione di 10mila contribuenti uomini e 10mila contribuenti donne. A seguire, hanno indirizzato il focus della loro analisi sul termine di scadenza, il 31 gennaio, per l’invio delle dichiarazioni dei redditi annuali. A conti fatti, il risultato del monitoraggio effettuato ha rilevato i seguenti dati: su di un campione di 10mila contribuenti, gli uomini che hanno sforato il termine del 31 gennaio sono stati quasi 400, 394 per l’esattezza, mentre le donne si sono fermate a 358. In realtà, il deficit di compliance, 3,9 per cento per gli uomini, 3,6 per le donne, non evidenzia un significativo differenziale. Piuttosto, ciò che rende questo dato così centrale è il rilevamento, per la prima volta in una statistica fiscale, del sorpasso effettivo delle donne sugli uomini, mai registrato prima. Anzi, il Fisco è stato sempre considerato patrimonio esclusivo delle performance maschili. Qualcosa è cambiato.
 
I giovani in cerca di compliance, mentre i più maturi fanno da faro per il fisco – La stessa analisi aggiunge altri dati d’interesse sul trend attuale dei contribuenti britannici. Per esempio, i giovani tra i 18 e i 20 anni sono i meno propensi nel rispettare i termini e i calendari del fisco. Infatti, ben 1085, ogni 10mila, dimenticano la dichiarazione dei redditi nel cassetto e mancano all’appuntamento del 31 gennaio. In pratica, il 10%. L’esatto contrario vale per i contribuenti che superano i 65 anni. Per questi infatti il rispetto dei termini e delle scadenze è una questione di rigore, quasi personale. Tanto che solo 155 su 10mila non hanno risposto all’appello del 31 gennaio, quindi l’1,5%.
 
Ai lavoratori nel settore delle costruzioni la palma dei più scarsamente adempienti - Tra le professioni, conta davvero molto l’appartenenza a una determinata categoria. In particolare, chi lavora in agricoltura, pesca e attività boschive, è eccezionalmente solerte nel presentare la dichiarazione dei redditi e nel pagare il dovuto: 109 su 10mila, l’1,1%. A seguire, avvocati, commercialisti e consulenti, in particolare finanziari, 219 su 10mila, gli operatori del settore sanitario e dell’assistenza, 262 su 10mila, gli occupati nei servizi informatici e nella comunicazione, 390 su 10mila e, per concludere, i lavoratori edili, 352 su 10mila, la performance peggiore.
 
L’Atlante della compliance – Sorpresa, sono i nordirlandesi i più puntuali nel rispetto degli obblighi fiscali. Secondi i gallesi quindi gli inglesi e, in chiusura, gli scozzesi. Tradizionalmente i meno adempienti.
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