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Regno Unito, più tasse sui contribuenti ricchi per tagliare l'Iva

Dal 2009 meno fisco sui consumi mentre dal 2011 dovrebbero aumentare le tasse per chi possiede redditi superiori a 177 mila euro all'anno

Pronta, finalmente, la ricetta anti-crisi made in UK. Dopo mesi d'incertezze contabili e di bruschi cambi di rotta, il Governo britannico sembra aver raggiunto il sospirato compromesso relativo al pacchetto di misure fiscal-finanziarie da iniettare nel corpo d'una economia nazionale sempre più incline alla recessione.

Consumi meno cari con il taglio dell'Iva
Due le novità principali, entrambe sul versante stretto del fisco. Innanzitutto, la riduzione dell'Iva, la cui aliquota attuale pari al 17,5 per cento scenderà al 15. L'obiettivo di questo taglio è piuttosto chiaro, in quanto si tratta, come già annunciato sia dal Primo Ministro, Gordon Brown, sia dal responsabile dell'Economia, Alistair Darling, di tornare a stimolare i consumi in modo da evitare che il progressivo accostarsi ad un clima di recessione si trasformi in uno stato conclamato di stallo della domanda interna e di blocco degli acquisti, con il risultato di comprimere la produzione e di indurre le imprese a decelerare sul versante delle assunzioni e degli investimenti. A questo punto, lo spettro della disoccupazione attenderebbe dietro l'angolo il Governo.

Il rallentamento dei consumi e lo stallo della produzione fanno piangere il Pil
Peraltro, il rischio del blocco della produzione e dei consumi non costituisce uno scenario così remoto. Infatti, all'interno del pre-budget, documento che anticipa le linee generali di finanza che guideranno la stesura definitiva del Bilancio 2009-2010, e che sarà presentato oggi alla Camera dei Comuni, l'andamento annuale del Pil è indicato, secondo le stime elaborate dai responsabili dell'economia di Londra, come oscillante tra lo 0,5 e lo 0 per cento. In entrambi i casi si tratterebbe d'una performance talmente negativa da far scivolare indietro nel tempo lo stato dell'economia del Paese fino all'esordio, grigio, degli anni '80, che sorpresero la Gran Bretagna in una crisi profonda, non soltanto economica ma anche sociale e politica.

Più tasse sui ricchi, ma non prima del 2011
Ma la novità principale, che sta suscitando critiche e consensi, riguarda le modalità escogitate dall'esecutivo per compensare il taglio dell'Iva e la conseguente perdita di gettito che ne deriverebbe. A questo riguardo, sempre all'interno del testo del pre-budget, oggi in corso di presentazione ai Comuni, sarà illustrato l'aumento delle tasse che interesserà i contribuenti facoltosi, i cui redditi annuali oltrepassano i 177mila euro. L'aliquota massima infatti, applicata sullo scaglione di reddito più elevato, salirà dall'attuale 40per cento fino al 45per cento. Secondo le stime, diffuse in queste ore, la novità dovrebbe riguardare all'incirca 400mila contribuenti super-ricchi. Troppi per alcuni, troppo pochi per altri. E comunque, il gettito atteso non dovrebbe superare i 2 miliardi di euro, una cifra questa che non è affatto considerata sufficiente per il finanziamento netto del taglio dell'Iva in programma. Peraltro, si tratterebbe d'un aumento la cui entrata in vigore scatterebbe a partire dal 1 gennaio 2011, quindi non prima delle prossime elezioni che si terranno il mese di maggio del 2010. Una prospettiva lunga che, per molti osservatori, suona più come una semplice promessa pre-elettorale, piuttosto che come una misura la cui attuazione si palesi come immediata.
 

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