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Dal mondo

Regno Unito: un algoritmo digitale
contro l’evasione fiscale

Un sistema matematico e una piattaforma statistica per la definizione dei livelli di rischio sono le principali funzionalità

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Il nome è Connect, il formato in cui si presenta ad occhi esterni è quello tipico d’una postazione informatica, un pc, mentre la funzionalità che utilizza nel suo lavoro quotidiano è derivata da un algoritmo collegato a un sistema matematico più ampio e a una piattaforma statistica per la definizione dei livelli di rischio che scatta in coincidenza di ogni singolo caso preso in esame o scovato da Connect. In sintesi, si tratta del primo prototipo di drone-fiscale. Unica differenza rispetto ai droni che conosciamo è nel modus operandi adottato da Connect. Infatti, mentre i droni classici si muovono in senso spaziale, sulle distanze, al contrario Connect non ne ha necessità dato che il terreno che osserva e controlla per far luce su casi, casistiche e fenomeni di evasione fiscale o di elusione è costituito in massima parte da dati disponibili in versione byte, da file, da note programmate, da nuvole di informazioni matematiche, di transazioni, di schede, di mail, di news e, per finire, di atti registrati, trasmessi e archiviati tramite procedure informatiche. Il data cloud o cloud computing è lo spazio su cui Connect svolge il suo ruolo di filtro.
 
L’algoritmo del fisco miglior sistema analitico britannico – La realtà di Connect, del suo utilizzo, dei risultati, brillanti, della metodologia impiegata e delle modalità che lo guidano sono andate ben oltre la sede centrale delle Entrate di Sua Maestà, tanto da arrivare fino agli IT Awards, che a novembre, ogni anno, attribuiscono il premio come miglior sistema analitico. Nel 2014, il riconoscimento è stato, non a caso, appannaggio di Connect. La notizia ha avuto un risultato immediato: gran parte dei membri diAccountingWEB, cittadella di consulenti ed esperti fiscal-finanziari connessi in rete che operano nella City e che orientano e direzionano centinaia di miliardi di sterline, euro e dollari che vi transitano ogni singola ora, hanno per la prima volta smesso di ostentare sicurezza di fronte alle reiterate mission impossible lanciate fino ad ora dal fisco britannico contro chi assiste o fornisce schemi o strategie per evadere o eludere le Entrate. Infatti, sotto l’algoritmo di Connect fluiscono ogni singolo secondo milioni di transazioni, di compravendite, di fusioni, di acquisti, di scambi commerciali ecc….Più nulla resta fuori dai suoi particolari sensori matematici, tanto che ogni giorno a centinaia di operatori delle Entrate sono inviati i rapporti sul rischio di evasione elaborati da Connect.
 
I dati, dopo il mito – I numeri confermano largamente la quasi perfezione assoluta di questo piccolo algoritmo e del sistema matematico e di analisi che lo supporta. Per essere chiari, Connect è costato 45 milioni di sterline e questo a fronte d’un  recupero di evasione pari a 1,4miliardi di sterline in soli 3 anni di attività. Cifre, dati da record che hanno persino spinto alcuni membri della Camera dei Comuni a interpellare il Governo sulla possibilità di ridurre l’organico dei detective del fisco incrementando il numero dei Connect disponibili. Insomma, il passo successivo, per molti, dovrebbe essere il passaggio al Robot-fiscale o Tax-Robot. Staremo a vedere. Nel frattempo i 500mila contribuenti appartenenti alla fascia dei super-ricchi, cioè con patrimoni superiori a 20milioni di sterline, iniziano a dare segni di nervosismo, soprattutto dopo che le Entrate britanniche hanno reso noto che anche i dati sulle proprietà saranno considerate nella definizione delle soglie di rischio. Solo a Londra sono almeno 200mila le unità abitative che, in valore, superano i 2 milioni di sterline. Un dato che questo che preoccupa, i proprietari che temono di finire sotto l’algoritmo di Connect.
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