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Dal mondo

Olaf: nel 2015 è record nella lotta
alle frodi: +21% le indagini concluse

Il dato è dell’ultimo Rapporto pubblicato che elenca in dettaglio le attività chiuse e avviate nel corso dell’anno

Olaf
Presentato il bilancio di 12 mesi di attività svolte dall’Ufficio antifrode della Commissione europea (Olaf). Con 304 indagini chiuse e 219 nuove indagini avviate nel 2015, nel corso dell’anno l'Olaf ha svolto compiti molto diversi tra loro, ottenendo importanti risultati. Una volta ancora, l'Ufficio antifrode ha posto un argine alla diffusione delle frodi transfrontaliere e ha avviato numerose indagini su fenomeni fraudolenti complessi, anche in collaborazione con autorità extra europee.
Tra le attività presentate nel rapporto che hanno rilevanza internazionale, vale la pena citare l'estesa indagine sulla commercializzazione nel territorio dell'Unione di milioni di bottiglie di shampoo contraffatto, che ha portato a vari sequestri e alla chiusura di due fabbriche spagnole coinvolte nella frode.
“Nel 2015 le nostre indagini hanno dimostrato ancora una volta che le attività illegali non si fermano ai confini nazionali”, ha dichiarato il direttore generale dell’Olaf Giovanni Kessler. “Siamo riusciti a tutelare i cittadini europei” ha aggiunto Kessler con una leggera enfasi, “e a far sì che il denaro dell’Ue andasse a finire dove è più necessario, anziché nelle tasche dei truffatori”.
 
Focus su contrabbando di sigarette e recupero dei fondi strutturali
Uno dei risultati più importanti presentati nel rapporto è saldamente intrecciato con una delle attività core business dell'Ufficio antifrode europeo: nel corso del 2015 l’Olaf ha trasmesso ben 364 raccomandazioni alle autorità competenti degli Stati membri. Ancora una volta, perciò, la maggior parte delle indagini portate avanti dall’Olaf si è concentrata sull'utilizzo dei fondi strutturali europei. In questo campo di attività, le raccomandazioni trasmesse dall'Antifrode a Bruxelles e alle varie autorità nazionali potrebbero permettere il recupero di somme fino a 888 milioni di euro che rientrerebbero così nel bilancio dell'Unione.
Inoltre, anche l'anno passato l'Olaf si è occupato di ostacolare il commercio illecito di prodotti del tabacco,  sia attraverso indagini proprie che indagini di altre autorità in cui ha svolto un ruolo di  coordinamento. Nel 2015 l’Ufficio antifrode ha aiutato le varie autorità nazionali a sequestrare 619 milioni di stecche di sigarette, anche nel corso di operazioni doganali congiunte organizzate con gli Stati membri dell’Unione e con Paesi extra Ue.
 
Il nuovo assetto dell'Antifrode dà i suoi frutti
Con 304 indagini chiuse nel 2015 (+21,6% rispetto all'anno precedente) l'Olaf ha raggiunto un nuovo record. Ma il risultato è ancora più significativo se si pensa che uno degli effetti della riorganizzazione del 2012 è stata la riduzione del personale addetto alle investigazioni. Quattro anni dopo la riorganizzazione dell'Antifrode europea, si può tracciare un bilancio fatto di luci e ombre. Infatti, se da un lato l’Ufficio è diventato più efficiente in tutti i suoi settori di attività, dall'altro le indagini avviate ex novo hanno subito una lieve flessione  rispetto al 2014 (-6%).
 
Nuove politiche europee per un'antifrode 2.0
Nel corso del 2015 l’Olaf ha dato il suo contributo a varie iniziative legislative della Commissione europea e ha concluso accordi di cooperazione amministrativa con organizzazioni internazionali, come l’Ocse, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e il Programma alimentare mondiale.
Presentando il rapporto, il direttore dell'Olaf ha sottolineato l'esigenza di realizzare un maggiore coordinamento tra i vari Stati membri nella lotta alle frodi. Per  Kessler il passo decisivo in questa direzione sarebbe la creazione di una Procura europea. A quel punto le frodi transfrontaliere avrebbero davvero vita breve. Secondo il direttore dell'Antifrode, la Procura europea permetterebbe di semplificare la procedura di identificazione degli autori di frodi e consentirebbe di potenziare la tutela del bilancio dell'Ue. Inoltre la nuova istituzione porterebbe a una riduzione del quadro di frammentazione costituito dagli interventi nazionali di contrasto alle frodi. A una prima analisi, sarebbe sicuramente un salto in avanti per l'intera Unione europea.
 
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