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Dal mondo

Ocse, per imposte e contributi
via oltre un quarto di busta paga

L’organizzazione di Parigi ha comparato il peso dei tributi sul reddito da lavoro previsto dei 35 Stati membri

logo Ocse
Il prelievo sulle retribuzioni incide su più di un quarto della busta paga dei lavoratori dipendenti nei 35 Paesi dell’area Ocse. È il dato di sintesi che emerge dal Taxing wages 2018, l’ultimo rapporto annuale Ocse dedicato alla tassazione sul lavoro. Dopo aver analizzato il risparmio delle famiglie e la distribuzione di ricchezza e reddito, in questo nuovo report l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha preso in esame la tassazione sul lavoro dipendente prevista nel 2017 nell’ordinamento dei 35 Stati membri: dalla comparazione emerge che l’aliquota media del carico fiscale personale per un lavoratore single, senza figli e con un salario medio, è pari al 25,5%, tenendo conto di imposte sui redditi, contributi previdenziali a carico del dipendente e al netto di deduzioni e altre agevolazioni previste dai singoli ordinamenti. Se si conteggiano anche i contributi a carico del datore di lavoro, quindi se si guarda al cosiddetto cuneo fiscale, questa percentuale sale al 35,9%. Tuttavia, i Paesi Ocse tendono a favorire i lavoratori con figli, per i quali il peso fiscale mediamente si ridimensiona.

La comparazione tra i Paesi per il carico fiscale sul lavoratore
Al di là del dato medio, è interessante scoprire che tra i primi e gli ultimi della classifica c’è un enorme differenziale, superiore a 30 punti percentuali, un segnale, seppure molto generico e da contestualizzare nelle singole realtà, che indica quanto possano variare nel mondo le scelte in termini di politica tributaria e di welfare: per quanto riguarda il carico fiscale sul lavoratore come misurato dall’Ocse, in testa c’è il Belgio (40,5%), seguito da Germania (39,9%) e Danimarca (35,8%), mentre in coda ci sono Cile (7%), Messico (11,2%) e Corea del Sud (14,5%). Rispetto al 2016, specifica l’Ocse, il peso di tasse e contributi sullo stipendio è aumentato in 20 Paesi e sceso in 13, restando invariato solo in Cile e Ungheria. Andando un po’ più a fondo, si scopre che per accrescere la tassazione sul lavoro i governi non vanno normalmente a modificare le aliquote fiscali previste per l’imposta sui redditi, ma, più semplicemente, prediligono ritoccare in senso negativo il set di deduzioni, crediti d’imposta e in generale sgravi fiscali previsti dal proprio ordinamento.  Infine, considerando il fattore tempo, l’Ocse rileva che in 18 anni il parametro considerato è calato di mezzo punto percentuale: nel 2000, infatti l’aliquota media del carico fiscale personale del lavoratore era al 26%, è scesa al 24,7% nel 2009 per poi risalire fino al 25,5% del 2017.

L’analisi sul cuneo fiscale, ovvero la trattenuta a carico di datori di lavoro e dipendenti
Se si conteggiano anche i contributi che restano a carico del datore di lavoro, quindi se si considera il cosiddetto cuneo fiscale, l’aliquota media Ocse passa dal 25,5% al 35,9%, prendendo sempre a modello un lavoratore senza familiari a carico e con un salario medio. Il dato percentuale, leggermente più basso rispetto al 2016 (-0,13%), si riferisce alla differenza tra la somma lorda corrisposta dal datore di lavoro e il salario che il dipendente riceve effettivamente in busta paga, al netto di tutte le trattenute fiscali e previdenziali e tenendo conto dei benefici fiscali sul reddito previsti dalla normativa del singolo Paese. In testa e in coda alla classifica si trovano sempre Belgio e Cile, con una differenza che diventa di oltre 45 punti percentuali: il cuneo fiscale più salato, infatti, è del Belgio (53,7%), seguito dalla Germania (49,7%), dall’Italia (47,7%), Francia (47,6%) e Austria (47,4%). Il cuneo più leggero è decisamente quello del Cile (7%), seguito da Nuova Zelanda (18,1%), Messico (20,4%) e Svizzera (21,8%).

Le politiche familiari incidono
Il report dedica un’ampia sezione all’impatto del carico fiscale su diverse tipologie di nucleo familiare nei 35 Paesi Ocse. La conclusione è che generalmente le famiglie con figli scontano un carico fiscale più leggero rispetto a una famiglia senza figli. In particolare, il report analizza la tassazione prevista per otto famiglie-tipo differenti per numero di figli e livello di reddito. Le cifre cambiano notevolmente: l’aliquota media del carico fiscale personale (imposte sul reddito più contributi a carico del lavoratore tenendo conto dei benefici fiscali) scende infatti di oltre 10 punti percentuali in caso di figli, passando dal 25,5% di un lavoratore single senza figli al 14% in caso di una famiglia monoreddito di quattro persone. Il carico si annulla quasi per i redditi più bassi: nel caso di un genitore single con due figli che guadagni solo il 67% di quello medio la percentuale arriva al 1,8%. Analoga tendenza al ribasso se si considera il cuneo fiscale, che dal 35,9% medio previsto per il profilo di un lavoratore single passa al 26,1% nel caso di una famiglia di quattro persone.

L’Italia in classifica
Per quanto riguarda il nostro Paese, il peso di imposte e contributi per i lavoratori italiani è in generale maggiore rispetto ai “colleghi” degli altri Paesi Ocse. Il carico fiscale, infatti, è pari al 31,2% rispetto a una media Ocse del 25,5%, un dato che posiziona l’Italia al settimo posto in classifica. Tuttavia, nel caso di una famiglia monoreddito con due figli, la percentuale italiana scende al 19,3%, accorciando la distanza con la media Ocse (14%) e addirittura l’Italia va sotto la media generale per il caso di un genitore single con due figli che guadagni il 67% di uno stipendio medio: l’aliquota media del carico fiscale personale è in questo caso del 1,7% contro la media Ocse del 1,8%.
Se si guarda al cuneo fiscale, nel caso di un lavoratore single il peso italiano è del 47,7% contro una media Ocse del 35,9%, dato per il quale l’Italia si aggiudica il terzo posto, benché sia leggero in calo (0,09%) rispetto al 2016. Il dato è la somma del peso di imposte sul reddito (16,5%), contributi a carico del lavoratore (7,2%) e contributi a carico del datore di lavoro (24%). Il cuneo fiscale italiano scende però al 38,6% per le famiglie monoreddito con due figli, contro una media Ocse del 26,1%. Se si guarda più in generale al periodo 2000-2017, la conclusione è che il cuneo fiscale italiano è leggermente aumentato per i lavoratori single, ma lievemente calato per quanto riguarda le famiglie monoreddito con due figli.                          
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