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Dal mondo

Ocse: in Finlandia senza riforme,
crescita e occupazione a rischio

Il rilancio di entrambe postula la necessità di approvare in tempi brevi gli interventi ritenuti al momento più urgenti

rapporto ocse su finlandia
L’economia finlandese ha perso vigore e senza riforme sarà difficile rilanciare crescita, produttività e occupazione. L’edizione 2016 dell'Economic Survey dedicato allo Stato scandinavo, presentata a Helsinki dal vice segretario generale dell'Ocse Mari Kiviniemi alla presenza del locale Ministro delle Finanze, Alexander Stubb, mostra che la Finlandia è stata duramente colpita dalla crisi globale e non ne ha ancora superato i traumi.
 
La ricchezza del paese osservato speciale
Nonostante gli alti livelli di reddito e benessere tuttora registrati nel Paese, infatti, l’andamento del Prodotto interno lordo desta molta preoccupazione. In base agli indicatori macroeconomici attualmente disponibili, però, le previsioni non sono del tutto negative. Quest’anno il Pil nazionale dovrebbe uscire timidamente dalla stagnazione del 2015 (quando ha toccato lo -0,1%). A parere dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel corso del 2016 la crescita finlandese dovrebbe segnare un positivo seppur modesto +1,1%.
 
Produzione di beni e crisi internazionale
Per quanto riguarda la produzione di beni, le cause del ciclo sfavorevole derivano da un insieme di fattori concomitanti: i contraccolpi della crisi internazionale, il declino delle industrie dell’elettronica e della carta e la recessione che ha colpito la vicina Russia, il cui mercato svolge un ruolo importante sull’andamento dell’economia nazionale.
“Nel corso degli ultimi decenni la Finlandia ha compiuto notevoli progressi economici, tradotti in elevati standard di vita del paese e livelli invidiabili di benessere”, ha affermato Kiviniemi durante la presentazione del volume. Il vice segretario dell’Ocse ha poi ricordato però come “negli ultimi anni l'economia finlandese è stata colpita da shock specifici”. Per questo per Kiviniemi il Paese ha “molte sfide davanti. Rilanciare la produttività e aumentare l'occupazione è essenziale per rafforzare l'economia, stabilizzare il debito pubblico e contenere la spesa pubblica, che viene spinta verso l'alto dall’invecchiamento della popolazione ed è tra le più alte dell’Ocse.”
 
Il risanamento delle finanze, operazione decisiva
Quanto al funzionamento della macchina statale, il rapporto osserva che il debito pubblico del Paese è in aumento. L’Ocse pertanto suggerisce alle istituzioni finlandesi di prendere misure immediate verso il risanamento delle finanze pubbliche, ma raccomanda di non fare troppo e troppo in fretta. Il risanamento dovrà essere avviato gradualmente, allo scopo di non mettere a rischio la debole ripresa appena iniziata.
 
Mercato del lavoro tra flessibilità e formazione
Il mercato del lavoro finlandese invece mostra luci e ombre. Se la disoccupazione sta crescendo rapidamente, quantomeno le reti di sicurezza sociale contribuiscono a mantenere bassi i livelli relativi alle disparità di reddito. In perfetta continuità con la tradizione della scuola di Parigi, gli autori dell’indagine auspicano l’introduzione di una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro e nuovi incentivi che fungano da stimolo all’occupazione e alla formazione professionale. Non va comunque sottovalutato l’ulteriore punto su cui l’Ocse chiede di intervenire: la riduzione dell’elevato peso della tassazione sul lavoro, ritenuto uno dei maggiori ostacoli alla crescita del sistema Paese. Senza azioni in questa direzione, pertanto, la Finlandia rischia di perdere ancora competitività. Come se le vicende relative alla perdita del primato dell’eccellenza in settori come quello della tecnologia e della telefonia mobile (vedi Nokia) non avessero dato abbastanza da riflettere.
 
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