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Dal mondo

Irs: un piano da quasi tre miliardi
contro gli attacchi degli hacker

Un programma pluriennale per proteggere la sicurezza dei contribuenti statunitensi dai pirati informatici

immagine di cybersecurity

L'Agenzia delle Entrate degli Stati Uniti ha presentato un piano per rafforzare la sicurezza informatica dei dati dei contribuenti americani e modernizzare l'impalcatura digitale del Fisco made in Usa. Il programma, sei anni di durata per investimenti previsti che arrivano a quasi 3 miliardi di dollari, è stato recentemente reso pubblico dall'Internal Revenue Service, pronta a fronteggiare gli attacchi degli hacker. “L'integrità del sistema fiscale – ha commentato il Commissario Irs Chuck Rettig – dipende dal lavoro dell’Irs. Questo è un settore in cui non possiamo fallire. Per stare al passo con i costanti attacchi informatici sui nostri sistemi, è fondamentale garantire la sicurezza della nazione e modernizzare la nostra tecnologia".

Risorse per quasi tre miliardi in sei anni 
Il piano prevede consistenti investimenti, stimati in una cifra compresa fra 2,3 e 2,7 miliardi di dollari in sei anni. Per l'anno fiscale 2020 è prevista una spesa di 290 milioni. La modernizzazione reggerà su una serie di pilastri: il rafforzamento dei principali servizi a disposizione dei contribuenti e la valutazione della loro “esperienza”; la sicurezza informatica e la protezione dei dati. Il programma sarà realizzato in due fasi da tre anni ciascuna: step che permetteranno di controllare l'efficacia del piano, di monitorarne l'applicazione e se necessario di aggiornarne alcuni aspetti a seconda delle esigenze del momento e – chiaramente - in base alla effettiva disponibilità dei fondi. Il Congresso degli Stati Uniti sarà costantemente informato con report periodici dell'Internal Revenue Service e tutto lascia prevedere che la sicurezza dei dati rimarrà una priorità anche nei prossimi anni.

2015: l'anno del cyberattack
La sicurezza dei dati digitali dei contribuenti statunitensi è stata già messa a rischio in passato ed è quindi comprensibile l'impegno di ingenti risorse per rafforzare la protezione di informazioni così sensibili. Per esempio, facendo un salto indietro di qualche anno, risale al 2015 un cyberattack particolarmente incisivo ai danni dei database delle Entrate americane, quando per quattro mesi gli hacker infransero le misure di sicurezza messe in campo dall'Internal revenue service e violarono i profili fiscali di 610mila contribuenti (oltre 300mila profili entrarono nella piena disponibilità dei “pirati informatici”). "Una componente fondamentale del piano riguarda gli sforzi in atto dell'Irs per difendere i nostri sistemi e proteggere i dati dei contribuenti", ha affermato infatti Rettig, sicuramente memore della disfatta del 2015 e delle polemiche degli ultimi anni sulle incursioni hacker. "Il nostro piano - ha precisato il Commissario Irs - prevede una serie di tappe e livelli di responsabilità per garantire che sia realizzato in modo efficace. L'Agenzia delle Entrate degli Stati Uniti è responsabile della salvaguardia di una grande quantità di dati finanziari e personali che coinvolgono tutti i contribuenti e gli affari nella nazione".

Non solo sicurezza: servizi più efficienti e costi ridotti
Il piano prevede non solo un aumento dei livelli di sicurezza dei sistemi informatici, ma investe anche ingenti risorse per migliorare l'efficienza dei servizi a disposizione dei contribuenti e ridurne i costi, con l'utilizzo di tecnologie innovative e l’impiego dell'automazione robotica. In particolare, il progetto punta a una riduzione dei tempi telefonici di attesa (con l'applicazione di tecnologie callback) e riserva maggiore attenzione all'assistenza online dei contribuenti in tempo reale.

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