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Dal mondo

India: pronta la riforma fiscale.
Al via mercato unico e Iva

Dopo dieci anni di dibattito il Senato nei giorni scorsi l’ha approvata grazie a una soluzione di compromesso

India_palazzo del governo
Via libera del Parlamento indiano alla legge di riforma fiscale che segna un passaggio storico per la vita economica del Paese. Per la prima volta, infatti, nasce un mercato interno unico e viene introdotta una tassa a livello nazionale che funzionerà come un’imposta sul valore aggiunto, la Gst.
L’approvazione della riforma arriva dopo circa dieci anni di dibattito: la tassa sui beni e servizi (Gst), infatti, era stata annunciata già nel 2006, ma in questi anni i vari partiti hanno discusso ampiamente numerosi dettagli. Alla fine si è riusciti a trovare una soluzione di compromesso che tiene fuori dalla nuova Iva - almeno per il momento - alcool e combustibile, ma che pone ufficialmente le basi per la nascita di un mercato comune e unico per i 29 Stati federati del Paese e per circa 1 miliardo e 300mila indiani che vi abitano.
 
Una riforma storica
La nuova riforma fiscale indiana è stata approvata dal Senato nei giorni scorsi all’unanimità, dopo un accordo raggiunto fra il governo del premier Narendra Modi e l’opposizione.
Si tratta di una riforma che riorganizza il sistema fiscale locale, dopo la liberalizzazione iniziata 25 anni fa. La nuova legge introduce una tassa sui beni e servizi, la Gst, che rimpiazzerà tutta una serie di dazi statali e regionali. Attualmente, infatti, in India il mercato è soggetto ad un mosaico di tasse e prelievi differenti che variano da regione a regione.
L’aliquota effettiva dovrà essere ancora decisa e il dibattito sembra essere appena iniziato; si pensa comunque che possa oscillare intorno al 17-18%, anche se il governo potrebbe introdurre una maggiore flessibilità per consentire uno scostamento maggiore verso l’alto.
 
Quali sono i vantaggi della nuova tassa Gst
L’introduzione della tassa unica porterà diversi vantaggi sia per il mercato economico indiano che per i cittadini e le Amministrazioni dello Stato. Innanzitutto aumenterà la trasparenza e la compliance con gli industriali, in quanto il nuovo sistema sarà completamente informatizzato e più facile da gestire. Aumenterà inoltre la certezza del diritto e la competitività, soprattutto grazie alla riduzione del costo dei beni e dei servizi locali che potrà così dare un maggiore impulso alle esportazioni.
Dal punto di vista dell’Amministrazione statale, la Gst sarà più facile da amministrare, consentirà di eliminare le possibile scappatoie fiscali esistenti che la vecchia legislazione non era stato in grado di regolamentare e migliorerà l’efficienza dell’azione amministrativa. I cittadini, infine, potranno godere di un’imposta più trasparente e proporzionata al valore dei beni e servizi acquistati, oltre ad un calo della pressione fiscale dovuta al contenimento delle perdite e ad una maggiore efficienza della macchina fiscale.
 
Le conseguenze del mercato unico
Secondo gli esperti, questa riforma dovrebbe portare ad un aumento del Pil compreso fra uno e due punti percentuali, grazie anche all’emersione del nero e agli stimoli a cui sarà sottoposta l’economia del Paese.
Già dall’inizio dell’anno l’India, che fa parte dei Paesi Bric, ovvero dei cinque Paesi tra le maggiori economie emergenti (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), ha sorpassato la Cina come velocità di crescita e rappresenta oggi la terza più grande economia dell’Asia. Era quindi diventata quasi inevitabile l’introduzione di un sistema fiscale più organico e in grado di far fronte a un sistema così imponente.
Prima che possa diventare legge, però, la riforma dovrà essere approvata da almeno la metà dei 29 Stati federati, alcuni dei quali hanno sollevato preoccupazioni per le perdite di reddito.
 
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