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Dal mondo

India: nella legge di stabilità
tre le principali novità fiscali

Aumento del prelievo sui redditi più alti, incentivi alle imprese e una tassa sulle transazioni finanziarie

sede parlamento
“Siamo la decima potenza economica nel mondo e dal 2025 potremo essere tra le prime cinque”, questo l’ambizioso obiettivo espresso da Palaniappan Chidambaram, il ministro delle Finanze, durante il suo discorso al Parlamento per la presentazione della legge di stabilità relativa al biennio 2013-2014. Tra le novità introdotte dal Governo, un aumento del prelievo fiscale sui redditi più alti, incentivi alle imprese e l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Sono tre però le riforme chiave per la cui attuazione il Ministro indiano cerca il consenso delle forze politiche: un nuovo codice tributario sulle imposte dirette, regole antievasione più stringenti e una nuova tassa su beni e servizi. Riforme che si rivelano necessarie soprattutto a causa del momento delicato attraversato dall’economia indiana, la cui crescita, sotto i colpi di un’inflazione galoppante, ha subito una battuta d’arresto negli ultimi due anni. Il Pil, infatti, è passato dal 9% negli anni 2009-2011 al 5% nell’ultimo biennio.
 
Le tre riforme in lista d’attesa
Rimangono in stand by tre importanti riforme: codice tributario, regole antievasione e tassa sui beni e servizi. L’entrata in vigore del nuovo codice tributario è stata rinviata dall’aprile 2013 a data da destinarsi. Al momento, il ministro Chidambaram sta valutando le indicazioni provenienti dalla Commissione Finanze e promette un nuovo testo unico sui redditi, basato sulle best practices internazionali e in linea con le necessità di un’economia in potenziale crescita.  
In attesa di attuazione anche le nuove regole finalizzate al contrasto all’evasione fiscale, che  dovrebbero entrare in vigore dal 1° aprile 2016, dopo le modifiche apportate dalla Commissione finanze alle norme varate dal Governo indiano lo scorso anno.
Buone nuove anche per l’introduzione di una tassa sui beni e servizi a livello nazionale (Good and Service Tax), un progetto a cui il Governo indiano lavora dal 2009 e che l’attuale ministro delle Finanze intende portare avanti, sia attraverso un disegno di legge di riforma costituzionale sia con un provvedimento ad hoc. L’introduzione di questa tassa comporterebbe non poche novità. Dovrebbe essere abolita, infatti, una serie di imposte (da quella sui trasporti alle tasse sulle licenze telefoniche, dal balzello sui consumi elettrici a numerosi vari altri dazi). Inoltre, il Governo centrale dovrebbe compensare gli Stati federali per le perdite derivate da una riduzione o addirittura da una abolizione della “concorrente” Centrale Sale Tax.
 
Persone fisiche e aziende osservati speciali
Novità anche sul fronte dei redditi individuali. Aumenta la tassazione per persone fisiche e aziende con redditi oltre i 10 milioni di rupie, che dovranno pagare una sovrattassa del 10% per cento. Per le imprese nazionali che hanno redditi superiori a 100 milioni di rupie la sovrattassa passa dal 5 al 10%; per le aziende estere, dal 2 al 5%. Rimangono invariate, invece, le aliquote ordinarie vigenti sui redditi di persone fisiche e sul reddito d’impresa. Il Governo vara anche alcune misure a sostegno dello sviluppo economico. Tra queste, la possibilità per le imprese di dedurre il 15% degli investimenti superiori a un miliardo di rupie effettuati, tra il 1° aprile 2013 e il 31 marzo 2015, per l’acquisto di nuovi macchinari e impianti. Cambiamenti anche nel settore finanziario. Viene introdotta, anche se in misura limitata, una nuova tassa sui derivati, la Ctt (Commodities transaction tax), mentre la Stt (Securities transactions tax) viene ridotta su alcune transazioni. Infine, la legge introduce un aumento delle tasse sui prodotti di lusso (yacht, Suv, eccetera).
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