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Iai, all'Italia affidata la presidenzadi turno del progetto

Acronimo di iniziativa adriatico-ionica è frutto del progetto italiano per favorire la cooperazione tra le due sponde

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L'Italia il 16 giugno scorso, in occasione della cerimonia di insediamento che si è tenuta ad Ancona, ha assunto la presidenza della IAI, succedendo alla Grecia, che ha svolto il suo mandato dal 1° giugno 2008 al 31 maggio 2009. La presidenza italiana terminerà a maggio 2010, in coincidenza con il decimo anniversario della costituzione della Iai. Iai è l'acronimo di Iniziativa Adriatico-Ionica (Adriatic and Ionian Initiative), istituita con la conferenza sullo Sviluppo e la Sicurezza nel mare Adriatico e nello Ionio tenutasi, anch'essa, ad Ancona il 19-20 maggio 2000 per rafforzare la cooperazione regionale tra le due sponde allo scopo di favorire l'avvicinamento dei Balcani occidentali all'Europa.

Un progetto tutto italiano
L'istituzione della Iai è frutto del progetto italiano maturato nel 1989 di realizzare l'Iniziativa Centro Europea (InCE), con sede del relativo Segretariato a Trieste, rivolta a un rafforzamento della dimensione regionale per attuare i processi di trasformazione politica ed economica dell'Europa centrale e orientale, succeduti al crollo dei sistemi comunisti e minacciati dalle condizioni di instabilità politica conseguenti alla dissoluzione della Jugoslavia. L'Italia ha inteso attivare la cooperazione regionale tra le due sponde adriatiche attraverso il coordinamento nei settori sicurezza, contrasto al crimine organizzato, all'immigrazione irregolare ed ai traffici illeciti intensificando particolarmente il contrasto alle frodi fiscali. Tali obiettivi primari si sono nel tempo arricchiti di ulteriori finalità  di cooperazione estesa ai settori  dell'educazione e della intercultura (segnatamente in campo universitario) facendo sì che l'ambito originario si espandesse all'economia, al turismo e alla cooperazione fra Pmi, ai trasporti e alla cooperazione marittima e all'ambiente.

La ricerca e la formazione
Fin dalle origini della Iai un'attenzione particolare è stata rivolta alla ricerca e all'alta formazione. Con la firma della Dichiarazione di Ravenna, nel 2001, è stata costituita, in particolare, la Rete UniAdrion (rete delle Università dell'Adriatico e dello Ionio) per stabilire un collegamento permanente tra le Università e i centri di ricerca e sviluppo d'eccellenza dei Paesi del bacino dell'Adriatico e dello Ionio e, quindi, rafforzare la collaborazione interuniversitaria. La cooperazione messa in atto da UniAdrion è stata, dunque, multisettoriale sebbene prioritariamente indirizzata al miglioramento delle relazioni economiche attraverso l'azione del Segretariato di Ravenna e della Presidenza Uniadrion esercitata dall'Università di Bologna (fino al 2008, e poi passata all'Università delle Marche).
Una simile azione nata dagli sforzi degli originari membri dell'Iniziativa Adriatico-Ionica (Albania, Bosnia, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia) ha coinvolto l'unione di Serbia-Montenegro nel 2002 e, in seguito alla scissione della federazione nel 2006, conta attualmente su otto Paesi.

Funzionamento e ambiti di cooperazione
Il progetto organizzativo originario ha subito nel giro di pochi anni una evoluzione che è andata al di là di ogni ottimistica prospettiva se soltanto si considera che la Iai non ha disposto di strutture permanenti fino al giugno 2008 quando, grazie al contributo della Regione Marche, è stato inaugurato ad Ancona un Segretariato permanente dell'Iniziativa, presieduto, per un periodo di tre anni, da un funzionario diplomatico italiano. L'organo decisionale della Iai è il Consiglio dei Ministri degli Esteri (Consiglio Adriatico-Ionico), nel quale i "Senior Officials" (Alti Funzionari) assumono il ruolo di coordinamento dei diversi settori di cooperazione, in collaborazione con la presidenza di turno annuale dell'Iniziativa.

I sei tavoli di lavoro
Gli ambiti della cooperazione regionale Iai si articolavano, fino agli inizi del 2008, in sei tavoli di lavoro (educazione e cooperazione interuniversitaria, cultura, economia e finanza, turismo e cooperazione fra Pmi, trasporti e cooperazione marittima, ambiente, lotta alla criminalità organizzata). Nel maggio 2008 il Consiglio adriatico-ionico, riunitosi a Zagabria, ha deciso, nell'ambito di una razionalizzazione delle attività e di una maggiore efficacia degli interventi di cooperazione, di ridurre i tavoli di lavoro a quattro (piccole e medie imprese; trasporti e cooperazione marittima; turismo, cultura e cooperazione inter-universitaria; ambiente e lotta agli incendi) ferma restando la possibilità per le presidenze di turno di estendere la cooperazione in altre aree previa approvazione del Consiglio stesso.

Sviluppi recenti: la partecipazione degli enti locali
Nell'ultimo vertice di Zagabria in aggiunta all'istituzione del Segretariato permanente sono state tracciate le linee di sviluppo dell'azione Iai la cui riforma mira alla valorizzazione degli obiettivi statutari attraverso la promozione di iniziative di sviluppo comune, sempre nell'intento di rafforzare i legami trans-nazionali, promuovere la stabilizzazione dell'area adriatica e il rilancio economico dell'intero bacino. La novità delle iniziative in programma sta nel coinvolgimento degli enti locali nella cooperazione quali la Regione Marche, già coinvolta in diversi progetti di cooperazione decentrata con i partner di oltre Adriatico, i Forum delle Città e delle Camere di Commercio dell'Adriatico e dello Ionio, fino all'Euroregione Adriatica e l'Eurodistretto del Basso Adriatico.
L'azione del Segretariato di Ancona, in particolare, dovrebbe favorire progetti sui quali far convergere anche i fondi comunitari per un ottimale inserimento nella dimensione mediterranea in considerazione del fatto che quasi tutti i Paesi membri Iai, ad eccezione della Serbia, partecipano anche all'Unione per il Mediterraneo (UpM).

Gli sviluppi futuri
Il futuro della Iai prevede, infine, un raccordo con altre organizzazioni regionali esistenti nei Balcani, tra le quali l'iniziativa centro-europea (InCE), il consiglio di Cooperazione regionale (RCC, Regional Cooperation Council), subentrato al patto di stabilità per il sud-est Europa e l'organizzazione della Cooperazione economica degli Stati del Mar Nero (BSEC, Black Sea Economic Cooperation). L'iniziativa è attualmente costituita da otto paesi: Albania, Bosnia, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia e Slovenia. Sono quattro i settori che investono la IAI: piccole e medie imprese; trasporti e cooperazione marittima; turismo, cultura e cooperazione inter-universitaria; ambiente e lotta agli incendi. La Presidenza di turno della IAI ha la possibilità di estendere la cooperazione in altre aree.

La presidenza italiana e i punti di forza
Uno dei punti forti della presidenza italiana sarà il rafforzamento dei legami con i Balcani che avverrà con una serie di iniziative: liberalizzazione dei visti; avvio, da parte dell'Ue, della redazione del rapporto tecnico sull'adesione del Montenegro, cui dovranno seguire quelli su Serbia e Albania; finalizzare l'adesione della Croazia all'Ue entro il 2010; rafforzare i poteri dell'Alto rappresentante dell'Ue per la Bosnia Erzegovina; sblocco dell'entrata in vigore del Trattato di Associazione e stabilizzazione (Asa) con la Serbia; soluzione del contenzioso sul nome di Macedonia che oppone Skopje ad Atene; sostegno economico alla Repubblica del Kosovo; vertice Ue-Balcani, allargato agli Stati Uniti, da tenere entro la prima metà del 2010.
 

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