Giappone: si riparte da Abenomics.
Ok al taglio della Corporate Tax
A pochi giorni dalla vittoria elettorale, il governo conferma gli interventi sull’aliquota dell'imposta sulle società
Taglio a “tappe” per la Corporate Tax – Il governo di coalizione fra i partiti Liberaldemocratico e Komeito ha programmato una riduzione progressiva della tassa sulle società col proposito dichiarato di consentire alle aziende di aumentare i salari fermi da lungo tempo e rilanciare così i consumi e la domanda interna. Obiettivo: portare l’economia giapponese fuori dalle secche della recessione tecnica e conseguire nel 2015 una crescita del Pil dello 0,7 per cento. La prima tappa del taglio dell’imposta sulle società dal 34,52 al 32,1 per cento (-2,51 punti percentuali) è fissata per l’aprile di quest’anno, mese che in Giappone segna l’inizio dell’anno fiscale. La seconda tappa - con l’ulteriore riduzione dal 32,1 al 31,3 per cento - è in calendario per il 2016. Tra il taglio dell’imposta sulle società e il desiderato aumento delle buste paga dei lavoratori giapponesi non c’è però, a oggi, in programma alcun vincolo di legge. L’effettiva conversione del taglio di tasse in reali aumenti degli stipendi per il popolo dei “salaryman”, i classici colletti bianchi giapponesi, sembra quindi che sarà lasciata alla buona volontà delle imprese in attivo (attualmente, infatti, solo il 30 per cento delle aziende giapponesi paga l'imposta sulle società a causa delle perdite accumulate negli anni).
Aumento Iva, conferma del rinvio al 2017 - Il calo del prodotto interno lordo nel corso del 2014 e il peggioramento di alcuni indicatori economici, dopo l'aumento dell'imposta dei consumi dal 5 all'8 per cento dello scorso aprile, hanno spinto il governo nipponico a confermare, come promesso nella campagna elettorale di dicembre, il rinvio al 2017 del nuovo incremento dall'8 al 10 per cento dell’Iva.
Un piano da 3.500 miliardi di yen per la crescita - Il fatto che Abe non abbia intenzione di cambiare orientamento nelle scelte di politica economica non è confermato solo dalle scelte in materia fiscale. Al congelamento momentaneo dell’aumento dell’imposta sui consumi e alla scelta di tagliare la Corporate Tax si affianca infatti un piano di stimoli presentato nei giorni scorsi: un’iniezione di 3.500 miliardi di yen (24 miliardi di euro) nell’economia per rilanciare i consumi, aiutare le regioni devastate dallo tsunami e sostenere le piccole imprese.