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Dal mondo

Francia e Jersey, nuovo accordosullo scambio di informazioni

Dopo la storica intesa con la Gran Bretagna anche la Francia di Sarkozy si aggiunge al novero degli Stati Ue

jersey e guernsey le isole del canale

Intesa raggiunta anche tra la Francia e l'isola di Jersey. Dopo lo storico accordo con la Gran Bretagna è ora la volta dei transalpini. Ancora una volta al centro dell'intesa lo scambio di informazioni finalizzato al rispetto delle norme internazionali in materia finanziaria, anti-riciclaggio e lotta al finanziamento del terrorismo. Nei giorni scorsi il primo ministro del Jersey, Terry Le Suer, e il ministro francese dell'economia e Finanze, Christine Lagarde, hanno salutato la firma del Tiea (tax information exchange agreement) che permette a entrambe le parti di attuare, di comune accordo, i principi raccomandati dall'Ocse e di avere, in futuro, uno strumento efficace per la lotta internazionale contro le frodi e l'evasione fiscale.

Illeciti fiscali e società offshore
L'isola di Jersey è una di quelle giurisdizioni che sta lavorando in maniera costruttiva con i Paesi Ocse contro gli illeciti fiscali commessi dalle società offshore. Di recente il sottosegretario al Tesoro, Stephen Timms, in occasione della firma di un analogo accordo da parte britannica con lo Stato delle Channel island, aveva dichiarato che intese di questo genere sono di vitale importanza nella lotta efficace contro le frodi e l'evasione fiscale.

Le finalità dell'accordo
Promuovere la cooperazione internazionale per il corretto accertamento delle imposte attraverso la trasmissione regolare e sistematica di informazioni e dati raccolti in un determinato periodo che in genere è l'anno fiscale. È la funzione attribuita a questo tipo di accordi sviluppato dal gruppo di lavoro costituito in ambito Ocse da rappresentanti di Paesi membri, nonché dai delegati di Aruba, Bermuda, Bahrein, Isole Cayman, Cipro, l'isola di Man, Malta, Mauritius, Antille olandesi, Seychelles e San Marino. La mancanza di un efficace scambio di informazioni è uno dei principali criteri per determinare le pratiche fiscali dannose. In questo contesto il Tiea è uno strumento giuridico capace di sviluppare un efficace scambio di informazioni non vincolante che contiene due modelli di accordi bilaterali. Da sottolineare che lo Stato di Jersey è vicino a firmare un Tiea con l'Irlanda mentre in fase avanzata sono anche le trattative con Australia e Nuova Zelanda. In fase avanzata anche i contatti con Spagna e Italia.

La nozione di paradiso fiscale
Paese o territorio autonomo che non impone tasse se non quelle nominali, luogo che per alcuni non residenti permette di sfuggire alla tassazione nel Paese di residenza e che possiede almeno una delle seguenti caratteristiche: mancanza di scambio di informazioni con le autorità degli altri Paesi, di trasparenza, capacità di attrarre attività commerciali "non sostanziali" ovvero società il cui unico obiettivo è nascondere e movimentare capitali occulti. È la definizione che l'Ocse ha dato di paradiso fiscale. Un tesoro che oscilla tra i 4.000 e 5.600 miliardi di euro, secondo l'organizzazione, e che è custodito nei caveaux dei paradisi fiscali del mondo. Uno degli obiettivi dell'Unione europea e del G20 è di mettere in luce questi flussi di danaro. Nell'ultimo G20 una nota Ong internazionale che opera nel mondo per combattere la povertà e l'ingiustizia indica che almeno 6.200 miliardi di dollari della ricchezza dei Paesi in via di sviluppo sono mantenuti in conti "offshore" sottraendo entrate annuali tra i 64 e i 124 miliardi di dollari.

Jersey e Guernsey
L'imposizione fiscale nelle due isole è da sempre agevolata in confronto ad altri Paesi europei. In particolare nell'isola di Guernsey non sono previste varie tipologie di imposte come Iva e sul capital gain mentre per i profitti che derivano da attività bancarie, la tassazione è con aliquota al 10 per cento. Le imposte sul reddito e sulle imprese sono invece tassati con aliquota del 20 per cento. Per anni Jersey e la gemella Guernsey, storicamente definiti i Baliati delle Channel Islands (baliato prima della Rivoluzione francese era l'area su cui esercitava la giurisdizione il balivo che in Francia riscuoteva le imposte e in Gran Bretagna amministrava le terre del feudatario n.d.r.) sono state il crocevia di transiti finanziari in fuga dai caveaux delle banche degli Stati più ricchi del continente europeo. Soltanto nel 2005 stime ufficiali, come riportato anche da Fisconelmondo, indicavano in 400 miliardi di euro le somme complessivamente tesorizzate nei depositi delle due isole gemelle delle Channel islands.
 

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