Articolo pubblicato su FiscoOggi (https://fiscooggi.it/)

Dal mondo

Fit for 55, le misure verdi dell’Ue.
La tassazione dell’energia si ristruttura

Nei progetti della Commissione presentati il 14 luglio anche la revisione della direttiva 2003/96/Ce

commissione europea

Lo scorso 14 luglio la Commissione europea ha presentato il programma Fit for 55, un pacchetto di proposte normative con cui poter realizzare gli obiettivi in materia di trasformazione energetica e cambiamento climatico espressi dal Green deal europeo. Il nome del pacchetto, che in italiano è tradotto con “pronti per il 55”, allude al traguardo del taglio del 55% delle emissioni nette di anidride carbonica entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, che insieme alla neutralità energetica entro il 2050 (di cui costituisce il passo intermedio) rappresenta la pietra angolare dell’intero sforzo dell’Unione per rendere l’economia e il modo di vivere europei più sostenibili dal punto di vista ambientale. 
L’insieme di interventi individuati dalla Commissione rivede o integra diversi ambiti della normativa europea, dal sistema di scambio di quote di emissione dell'Ue, che viene rivisto e proposto su nuovi settori come i trasporti e i consumi energetici degli edifici, al regolamento sull'uso del suolo, sulla silvicoltura e sull'agricoltura, alla direttiva sulle energie rinnovabili solo per citarne alcuni. Se approvate, queste misure incideranno in modo concreto sulla vita dei cittadini e delle imprese europei per molti aspetti, per esempio fissando l’obiettivo di rendere a zero emissioni tutte le autovetture nuove immatricolate dal 2035 e ponendo obiettivi per un più spinto risparmio energetico nelle abitazioni e nei trasporti su strada. In questi nuovi settori, in particolare, la Commissione propone un modello analogo al sistema Ets (emission trading system), che fissa un prezzo per il carbonio e riduce ogni anno il limite massimo applicabile alle emissioni per diverse attività economiche, accompagnato dall’istituzione di un Fondo sociale per il clima.
Il piano comprende anche una proposta di carattere fiscale, ovvero la revisione della direttiva del 2003 sulla tassazione dell’energia. Si ampliano inoltre le risorse del bilancio Ue di natura ambientale: nel campo di applicazione del costo delle emissioni di Co2, il pacchetto Fit for 55 introduce un nuovo “meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere” (denominato CBAM), che prevede un costo aggiuntivo del carbonio sulle importazioni di determinati prodotti, come acciaio, alluminio o fertilizzanti provenienti da Paesi extra Ue meno rigorosi sul fronte del contrasto ai gas serra. Questo costo ambientale - che servirà a riequilibrare il prezzo del carbonio tra i prodotti fabbricati all'interno dell'Ue e quelli importati – andrà a confluire come risorsa propria nel bilancio dell’Unione europea. 

La revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia
La proposta fiscale del pacchetto Fit for 55 è la revisione del quadro europeo della tassazione dei prodotti energetici. Attualmente il sistema è regolato dalla direttiva n. 2003/96/Ce, entrata in vigore dal 1° gennaio 2004, che costituisce la cornice europea della tassazione dei prodotti energetici usati come carburanti e combustibili per riscaldamento e dell'elettricità. Secondo le regole attuali, i singoli Stati membri sono liberi di fissare le proprie aliquote purché vengano rispettati i minimi fissati a livello europeo. A suo tempo, questa direttiva estese il sistema di aliquote minime, prima fissato solo per gli olii combustibili, ai prodotti energetici di allora, ma a distanza di anni dalla sua entrata in vigore la Commissione ritiene che la cornice vada riformata e aggiornata su diversi punti (vedi articolo "Ue, tassazione dei prodotti energetici. Un quadro frammentato da riformare"). Tra questi, il fatto che il livello di tassazione dei carburanti non sia correlato al loro effettivo contenuto energetico e quindi al loro impatto ambientale, tanto che tuttora sussistono agevolazioni che favoriscono l’uso di combustibili fossili altamente inquinanti, e di conseguenza non funzioni da incentivo per gli operatori a investire su innovazioni che rendano più verdi le loro produzioni.

Gli obiettivi della proposta
La nuova riforma punta a riallineare la tassazione energetica agli obiettivi di politica verde della Ue, con incentivi per l’efficienza energetica, le fonti energetiche meno inquinanti e le tecnologie più pulite. Inoltre, come già nella direttiva attuale, a monte della revisione viene mantenuto l’obiettivo di garantire un’equa concorrenza fiscale tra gli operatori nel mercato dell’energia. Lo scopo è inoltre quello di incoraggiare gli Stati membri ad aumentare le proprie entrate da imposte di tipo ecologico, che la Commissione valuta meno dannose per la crescita rispetto all’imposizione sul lavoro. Secondo il Taxation Trends in the European Union 2021, pubblicato lo scorso giugno e che riporta i dati relativi al 2019, le entrate derivanti dalla tassazione ambientale rappresentano il 5,9% del gettito fiscale riscosso complessivamente nell'Ue. 

Come funzionerà la nuova tassazione dell’energia
Una strada per la revisione sarà esattamente quella di correlare il peso dell’imposizione, anziché sul volume come succede attualmente nella maggior parte dei casi, al contenuto energetico e alla “prestazione ambientale” dei combustibili e dell'elettricità, andando a tassare di più i prodotti energetici da cui derivano più emissioni di Co2 nell’atmosfera. Tutte le aliquote minime saranno espresse in Eur/GJ (gigajoule) per consentire agli operatori e ai consumatori il confronto diretto fra fonti energetiche più e meno inquinanti: la Commissione propone una scala di tassazione che va dal massimo grado per i combustibili fossili convenzionali (come gasolio e benzina) al grado minimo per l'elettricità, i biocarburanti sostenibili avanzati, il biogas e i combustibili rinnovabili di origine non biologica come l'idrogeno rinnovabile.
Altri elementi di intervento saranno l’ampliamento della gamma di prodotti soggetti a tassazione e la revisione delle agevolazioni più obsolete che, tra esenzioni ed aliquote ridotte, ancora attualmente favoriscono l'uso di combustibili fossili, per esempio nel trasporto marittimo e in quello aereo. 
Il testo in lingua inglese della proposta elaborata dalla Commissione è visionabile a questo link.

Il Cbam, nuova risorsa propria per il bilancio Ue a sfondo ambientale a fianco del mercato delle emissioni
Pur non essendo una misura di natura fiscale, ma di tipo commerciale, lo Cbam, acronimo di carbon border adjustement mechanism, è una novità del pacchetto Fit for 55 che attraverso una disciplina di carattere ambientale andrà a inserire una nuova voce di risorse proprie nel bilancio dell’Ue. Il sistema si traduce in italiano come meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera e punta a pareggiare il prezzo del carbonio dei prodotti fabbricati all’interno dell’Ue e quelli importati. Il meccanismo applicherà lo stesso costo del carbonio a cui sono soggette le produzioni europee per la loro quota di gas serra emessi alle importazioni di determinati prodotti (al momento acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio ed energia elettrica, ma con la prospettiva di un futuro allargamento ad altri beni) provenienti da Paesi extra Ue che non impongono costi ambientali sulle emissioni analoghi a quelli europei. Lo scopo è ristabilire una parità di costi tra le produzioni extra Ue e quelle interne e neutralizzare la convenienza a delocalizzare le produzioni inquinanti verso Paesi con normative ambientali meno rigorose. Il meccanismo si affiancherà e si coordinerà col sistema europeo dello scambio delle emissioni, anch’esso interessato da una revisione nell’ambito del pacchetto Fit for 55.

URL: https://www.fiscooggi.it/rubrica/dal-mondo/articolo/fit-for-55-misure-verdi-dellue-tassazione-dellenergia-si-ristruttura