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Dal mondo

Il Fisco per lo sviluppo sostenibile.
Fmi, Ocse, Onu e Gbm rilanciano

Occorre rafforzare i sistemi fiscali per mobilitare le risorse utili a promuovere una crescita economica inclusiva

I governi di tutto il mondo devono rafforzare e migliorare l’efficacia dei loro sistemi fiscali al fine di generare le risorse interne necessarie per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e promuovere una crescita economica “che non lasci indietro nessuno”. È l’appello lanciato da Fondo monetario internazionale, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Nazioni unite e Gruppo Banca mondiale nel corso della prima conferenza globale su "Fiscalità e Sdg" (Sustainable development goals) tenutasi dal 14 al 16 febbraio scorsi presso il quartier generale Onu a New York. Attraverso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile - inclusi nell’Agenda 2030, un programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu – si punta a porre fine alla povertà e alle ineguaglianze e a contribuire allo sviluppo sociale ed economico a livello mondiale.
La conferenza è stata organizzata dalla Platform for collaboration on tax (Pct), la Piattaforma lanciata nell’aprile 2016 su iniziativa congiunta dei quattro partner - Fmi, Ocse, Onu e Gbm -  per promuovere un’azione collettiva finalizzata a rafforzare i sistemi fiscali nei Paesi in via di sviluppo ed emergenti tramite il dialogo politico, l’assistenza tecnica e il capacity building. Ma anche attraverso l’assistenza all’elaborazione e all’attuazione di norme in materia fiscale internazionale.
 
Mobilitare risorse interne e combattere l’evasione
Stando alle ricerche, per finanziare i servizi di base il gettito fiscale deve essere almeno pari al 15% del Prodotto interno lordo. Tuttavia, in quasi 30 dei 75 paesi più poveri le entrate sono inferiori a questa soglia. Ecco perché la mobilitazione delle risorse interne rappresenta una sfida eccezionale per le developing countries, che lottano per ottenere entrate sufficienti a fornire servizi di base, come le infrastrutture, l’assistenza sanitaria e la sicurezza pubblica. Gli sforzi dei singoli paesi devono però necessariamente andare di pari passo con un sistema di tassazione internazionale equo ed efficiente e con una sempre più decisa e congiunta azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. Ciò è ancor più vero in un’epoca in cui la cooperazione fiscale internazionale ha raggiunto livelli senza precedenti, grazie allo scambio automatico di informazioni, al progetto Beps (Base erosion and profit shifting) e all’impegno attivo del Tax Committee Onu (il Comitato di esperti in materia di cooperazione fiscale internazionale): “tutte queste iniziative - si legge nei documenti di presentazione della conferenza - creano nuove opportunità per una maggiore partecipazione dei Paesi in via di sviluppo alle discussioni in materia di politiche fiscali e alle istituzioni internazionali, ma anche nuove sfide per realizzare pienamente i benefici della cooperazione internazionale”.
"Invito la comunità internazionale - ha detto il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres - a istituire meccanismi efficaci per combattere l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro e i flussi finanziari illeciti, in modo che i Paesi in via di sviluppo possano mobilitare meglio le proprie risorse”. Per il presidente del Gruppo Banca mondiale, Jim Kim, “Sistemi fiscali equi ed efficienti, combinati con un buon livello di servizi e responsabilità pubblica, creano fiducia dei cittadini nel governo e aiutano le società a prosperare”. L’Amministratore Delegato del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, ha posto l’accento sulla dimensione “etica” del finanziamento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile: "Il finanziamento degli Sdg - ha spiegato - è un imperativo economico ed etico con importanti implicazioni per la fiscalità”. Infine, per il segretario generale Ocse, Ángel Gurría, “Un’imposizione fiscale efficace è fondamentale per far funzionare la globalizzazione per tutti”.

L’agenda della Piattaforma
Al termine dei lavori, la Piattaforma ha diffuso una lista di azioni immediate e concrete da intraprendere, su almeno tre fronti: rafforzamento della cooperazione fiscale internazionale, supporto ai paesi nel processo di riforma dei rispettivi sistemi fiscali tramite strategie a medio termine, promozione di partneship tra i diversi attori. Tra gli specifici impegni, quello di intensificare lo sforzo per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare il problema della trasparenza fiscale, dell’erosione delle basi imponibili e dello spostamento dei profitti. Ma la Pct intende aiutare le developing countries anche ad accedere alla conoscenza, all’esperienza e alle buone pratiche in materia fiscalità, a cominciare dall’uso della tecnologia, sostenere la loro partecipazione alle discussioni nelle sedi internazionali e stabilire un dialogo regolare con i singoli governi. Il prossimo appuntamento è fissato a metà 2018, quando la Piattaforma fornirà un aggiornamento al G20.
 
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