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Dal mondo

Evasione: dodici mesi di interventi
nel primo bilancio del piano Ue

È trascorso più di un anno dalla presentazione del programma europeo messo a punto dalla Commissione

euro nascosti al fisco
La Commissione europea ha presentato il 6 dicembre dello scorso anno un piano articolato d’azione per dotare l’Europa di strumenti più efficaci per contrastare l’evasione e l’elusione fiscali. Il piano ha prospettato un insieme di misure globali, da attuare, per aiutare gli Stati membri a tutelare la propria base imponibile e a recuperare i miliardi di euro che sono loro legittimamente dovuti. Il programma, promosso al Consiglio europeo di maggio 2012, ha messo in moto una intensa campagna dell’Unione europea a favore della lotta all’evasione fiscale.  I leader europei sono stati chiamati a prendere misure rigorose per contrastare questo diffuso fenomeno.
Nell’anno appena trascorso dalla presentazione del piano, sono stati molti i progressi effettuati e numerose le iniziative intraprese dalla Commissione. Dieci le azioni intraprese quest’anno.
 
Dallo scambio informazioni ai negoziati per la trasparenza
Le principali azioni svolte nel 2013 vanno dallo scambio automatico di informazioni al rafforzamento delle regole fiscali contro la pianificazione fiscale aggressiva, alle negoziazioni con alcuni Paesi per una  maggiore trasparenza, alla piattaforma per una buona governance fiscale, alla nuova dichiarazione standard dell’Iva, eccetera.  Per quanto riguarda lo scambio di informazioni, lo scorso giugno la Commissione europea ha proposto l’estensione dello scambio automatico tra le Amministrazioni fiscali europee, includendo tutte le forme di reddito finanziario e i saldi dei conti correnti. Questo ha fatto sì che l’Europa abbia ora il più completo sistema di scambio automatico di informazioni nel mondo. Lo scambio automatico dovrebbe diventare il nuovo standard globale di cooperazione tra le amministrazioni fiscali. La proposta potrebbe essere condivisa dagli Stati membri nella prima metà del 2014.
 
La direttiva società madri e sussidiarie
Lo scorso novembre, inoltre, la Commissione ha presentato misure per porre fine alle scappatoie relative alla Direttiva società madri/società sussidiarie. In questo modo non si creeranno più le opportunità per un particolare tipo di elusione fiscale aziendale. La proposta dovrebbe essere discussa e condivisa dai Ministri delle Finanze durante il semestre di Presidenza greca della Ue.  Alla Commissione lo scorso maggio è stata data, anche, l’autorizzazione per negoziare accordi fiscali rafforzati con Svizzera, Andorra, Monaco, San Marino e Liechtenstein. Si sono così avviati negoziati formali con i quattro paesi più piccoli e si intraprenderà anche con la Svizzera presumibilmente prima della fine dell’anno.
 
La tassazione dell’economia digitale e la buona governance fiscale
La quarta azione intrapresa nel 2013 è relativa alla istituzione di una piattaforma per la buona governance fiscale che ha lo scopo di attuare le raccomandazioni della Commissione in materia di pianificazione fiscale aggressiva e di lotta ai paradisi fiscali. La quinta, invece, è relativa alla costituzione di un gruppo di lavoro di esperti sulla tassazione dell’economia digitale che proporrà delle soluzioni  nella prima metà del 2014 volte a far pagare le giuste tasse alle aziende del settore digitale.
 
Proposte in materia di Iva
Lo scorso giugno, gli Stati membri hanno aderito all’unanimità alle nuove misure per combattere le frodi Iva come il meccanismo di reazione rapida e di inversione contabile che permetteranno, a partire dal 2014, di reagire più efficacemente in caso di frodi Iva su vasta scala. A ottobre, la Commissione ha proposto una dichiarazione standard Iva che potrà ridurre i costi delle imprese della Ue e migliorare il rispetto degli obblighi fiscali. La Commissione, inoltre, ha recentemente pubblicato un report sul tax gap dell’Iva nella Ue nel 2011, pari a 193 miliardi. Questi dati possono servire a elaborare delle misure più efficaci per incrementare l’adempimento dell’imposta.
Le due ultime azioni hanno riguardato le misure volte a prevenire la competizione fiscale dannosa e la nuova direttiva che introduce un obbligo per le grandi aziende di riportare, paese per paese, i pagamenti effettuati verso le amministrazioni.
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