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Dal mondo

Davos: zero contante, tassi minimi
di evasione e lavoro nero micro

Sono alcuni dei temi di cui si è discusso ai margini delle riunioni e degli incontri che si sono tenuti in Svizzera

davos e forum economico
Il cash, il denaro circolante in formato cartaceo, non è affatto detto che resti il baricentro, il sovrano assoluto nelle economie del futuro, 2.0. 3.0, 4.0 ecc…. Al contrario, ai margini delle riunioni, dei meeting e degli incontri che si sono tenuti a Davos, è balzato agli onori delle cronache in modo del tutto inatteso anche il tema di come sia possibile ripensare il ruolo di una società e di una infrastruttura economica di supporto non più fondate, come è stato per lungo tempo, sul denaro contante. In pratica, la nuova no-cash o zero-cash society.
 
Il perché delle società free-cash – Innanzitutto, come sostengono peraltro in molti tra professori, esperti e ricercatori, liberarsi di gran parte del denaro in circolazione potrebbe essere un modo sorprendentemente efficace per ridurre le disuguaglianze oltre, ovviamente, a funzionare da strumento altrettanto funzionale alla riduzione sia dell’evasione sia dell’economia sommersa. Su questo punto, sui perché del no-cash, la convergenza è piuttosto ampia.
Lo stesso vale per il principio in base al quale potrebbero essere proprio i più poveri del mondo tra i "maggiori beneficiari" dei cambiamenti che si materializzerebbero divenendo il contante obsoleto. Ma le discussioni non si fermano qui. I vantaggi ipotizzati dal pensionamento del contante comprenderebbero infatti meno criminalità e, al contempo, la drastica riduzione delle tipologie di lavoro più dure, quelle generalmente equiparate allo sfruttamento dei lavoratori, il sommerso per l’appunto.
 
L’esempio scandinavo, bye bye contante e minore evasione fiscale - Ma la riorganizzazione d’una società off-limits per il cash, richiede l'impiego d’una infrastruttura ad elevato contenuto tecnologico, oltre che una chiara adesione dei cittadini che vi fanno parte. Considerate le premesse, la realizzazione d’un tale progetto rischierebbe la deriva utopica, se non fosse per una realtà, anzi, una macroregione, quindi reale, che da anni fornisce l’ispirazione in questa direzione e che proprio nel corso degli incontri di Davos è stata al centro d’innumerevoli confronti e dibattiti, quasi rappresentasse l’unica alternativa concreta al modello capitalistico tradizionale. Questa macroregione è la Scandinavia, una regione che molti, anche a Davos, hanno appellato come “la punta di diamante" di questo esperimento per una società senza contanti.
 
In Scandinavia solo il 5% del denaro circola in formato cash - Le nazioni nordiche, Danimarca, Norvegia, Svezia e la stessa Finlandia, oltre che esibire una drastica riduzione del contante in circolazione, visto che più del 90% delle transazioni avviene tramite carte prepagate, a debito, bancomat classico ecc…si fregiano anche del rango di Paesi tra i meno corrotti e più trasparenti in tutto il mondo. Il grado di affidamento rispetto all’utilizzo del contante è pressoché pari al 5%. Una frazione minima, quasi irrilevante per l’economia nei suoi flussi macro.
L’esempio più attuale lo fornisce la Danimarca, dove negli ultimi anni si è assistito ad una sorta d’inclusione finanziaria, in pratica distribuendo a d ogni cittadino una specifica e personalizzata carta a debito tramite la quale effettuare pagamenti e versamenti anche per esborsi modesti.
 
Le società nordiche cash-free, con tassi d’interesse negativi e soglie di evasione minime – Secondo molti, la radicale riduzione del contante avrebbe negli anni comportato la riduzione dei tassi di interesse, oramai negativi, associati ad alti livelli di uguaglianza di reddito senza paragoni a su scala mondiale. Inoltre, come non smettono di ripetere gli esperti e i consulenti finanziari, guarda caso dei Paesi scandinavi, dribblare il fisco in certe aree e settori è oramai praticamente impossibile nella regione nordica, dato che la digitalizzazione, e con essa la tracciabilità, sono onnipresenti. Lo sprint dei pagamenti in formato elettronico ha raggiunto livelli record. In alcuni luoghi o istituzioni, come ad esempio il museo Abba della Svezia, le autorità che gestiscono i siti hanno smesso di accettare denaro del tutto. Anche il pagamento del caffè passa così attraverso l’occhio digitale, e quindi tracciabile.
 
La società cash-free si costruisce passo dopo passo – Avviso ai naviganti, raggiungere l’obiettivo d’una società, e d’una economia, effettivamente e soprattutto funzionalmente libere dalla morsa del denaro contante, non è affatto una questione facile da risolvere. Gli sforzi dei Paesi scandinavi per fare meno affidamento sull’uso del contante sono stati graduali, e soprattutto, hanno incontrato il sostegno di un'economia altamente digitalizzata e ben funzionante. Per comprendere come non sia affatto semplice passare dal contante allo zero-cash, è sufficiente soffermarsi su quanto avvenuto di recente in India. Un esperimento più grande quello indiano rispetto, per esempio, alla Danimarca, si è rivelato molto più difficile e complesso da condurre in porto. In pratica, il primo ministro, Narendra Modi, nel novembre del 2016, il trimestre passato, ha proceduto per decreto ad invalidare l’86 per cento della moneta in circolazione, al fine di frenare l'economia sommersa, arrestare la perdita cronica di gettito e recuperare risorse preziose da utilizzare sui settori più critici della società e dell’economia al fine di rivitalizzare il Paese. Il progetto in parte, ma solo in parte, si può dire riuscito. L’improvviso caos, le linee bancarie in tilt, e i divieti che si sono susseguiti non hanno però indebolito il Governo indiano, come in molti pensavano. Al contrario, oggi, a distanza di mesi la maggioranza degli indiani è convinta che la misura di restrizione drastica del contante colpirà maggiormente i ricchi e gli evasori piuttosto che i poveri cui sarà ora offerta la possibilità di uscire al di fuori del sommerso, che in India interessa non meno di 300milioni di lavoratori, secondo stime recenti.
 
La fine totale del contante è auspicabile? – In realtà, anche coloro che sostengono la riduzione drastica del cash non sono affatto per una fine completa dell’uso contanti. Il mondo, infatti, e le società con esso e gli individui, hanno ancora bisogno di una sorta copia, backup, del contante, in caso eventuali interruzioni, cortocircuiti o sospensioni, per esempio il più banale, il venir meno del flusso di corrente elettrica, getti in tilt l’intero sistema. In secondo luogo, forse una frazione, sia pur minima di cash, consentirebbero agli individui di preservare un proprio personale angolo di privacy. Chissà.
 
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