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Attualità

Ue, integrità e sicurezza per il gioco d’azzardo on line

Presentata al Consiglio e alla Commissione  una proposta organica per proteggere i consumatori e contrastare le frodi

Per integrità si intende l’impegno a evitare che, attraverso il gioco d’azzardo on line, si sviluppino attività criminose e che si affermi un potenziale di dipendenza. Un fenomeno in crescita che preoccupa anche per la connessione tra televisione interattiva, telefoni cellulari e siti Internet. Contrastare le frodi, i sistemi di scommesse illegali e il riciclaggio di denaro sporco, difendere l’integrità delle gare sportive attraverso la collaborazione tra titolari dei diritti collegati, operatori di scommesse online e autorità pubbliche, evitare che si possa creare una dipendenza per il facile accesso ai giochi e che si possano scommettere ingenti somme di denaro. Sono soltanto alcune delle motivazioni alla base della proposta sull’integrità del gioco d’azzardo on line che l’eurodeputato Christel Schaldemose ha elaborato e presentato di recente al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione.

L’integrità del gioco d’azzardo online
Per integrità si intende l’impegno a evitare non soltanto che, attraverso il gioco d’azzardo on line, si sviluppino fenomeni di frode, comprese quelle fiscali, ma anche tutti quegli abusi commessi dagli operatori nei confronti dei consumatori, dai consumatori nei confronti degli operatori o dai consumatori nei confronti di altri consumatori e quelle attività criminose come il riciclaggio di denaro sporco. A questo aggiungasi poi la crescente preoccupazione per la connessione tra televisione interattiva, telefoni cellulari, siti Internet e Sms che, con l’attuale livello tecnologico, facilita un potenziale di dipendenza e rende socialmente accettabile la partecipazione soprattutto da parte delle giovani generazioni.

L’importanza di un codice di condotta
Nella proposta è stata avanzata anche l’idea di introdurre un codice di condotta quale strumento utile per raggiungere alcuni obiettivi in linea con gli sviluppi tecnologici, i cambiamenti delle preferenze dei consumatori e gli sviluppi delle strutture di mercato. Un approccio autonomo di cui gli operatori del settore si sono fatti parte diligente e che rappresenta uno strumento in grado di intervenire in aggiunta alla legislazione primaria o secondaria. La sua reale efficacia è però condizionata al riconoscimento da parte dei singoli Parlamenti e consumatori e alla effettiva applicazione.

L'impegno da parte dei governi europei
Per tutti questi motivi nella proposta si esortano anche gli Stati membri a cooperare per risolvere i problemi che derivano dal gioco d’azzardo online transfrontaliero, come la dipendenza e l’abuso di dati personali o carte di credito ma anche ad assumere una posizione europea comune con requisiti minimi obbligatori per proteggere i consumatori ed evitare le frodi. Sulla base del principio di sussidiarietà, gli Stati membri hanno tutto l’interesse affinché possano essere monitorati e regolamentati i propri mercati del gioco d’azzardo. In questo modo, infatti, oltre a proteggere i consumatori dalla dipendenza, dalle frodi e dal riciclaggio di denaro sporco, si potranno meglio tutelare le strutture di finanziamento tradizionali che sovvenzionano le attività sportive.

Il mercato del gioco d’azzardo on line in cifre
Dal 1996, anno in cui il gioco d’azzardo fece la sua prima comparsa in Finlandia, a oggi il mercato ha conosciuto una forte crescita. Soltanto nel 2003 il mercato commerciale del gioco d’azzardo online nella Ue a 25 ha prodotto redditi da gioco lordi (differenza tra le vincite degli operatori e il pagamento dei premi) pari a 51,5 miliardi di euro. Attualmente, il gioco d’azzardo on line, via Internet, telefoni cellulari o televisione interattiva rappresenta circa il 5 per cento del mercato globale del gioco d’azzardo nell’Unione europea, con redditi da gioco lordi pari a 2-3 miliardi di euro soltanto nel 2004. E le stime per il mercato europeo prevedono una crescita pari a un minimo annuo dell’8,4 per cento in alcuni Stati come Austria e Ungheria fino a un massimo del 17,6 per cento in Italia.
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