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Attualità

Olaf recuperati 203 milioni di euro frodati al bilancio Ue

È una delle indicazioni fornite dal portavoce dell’Ufficio, Joerg Wojahn, a margine della presentazione del Rapporto 2007

Wojahn ha anche sottolineato che il bilancio dell’Olaf è di circa 50 milioni di euro all’anno e ciò dimostra, cifre comparate alla mano, che il lavoro della struttura non è condotto invano. Ammontano a 886 i nuovi casi di irregolarità, frode o corruzione rilevati dall’Olaf nel 2007.


Rapporto Colaf tra analisi presente e strategie future Dazi doganali elusi da importatori, un progetto di ricerca plagiato, fondi strutturali utilizzati per costruire un ponte ma che in realtà va in rovina in quanto anziché materiali di prima scelta sono stati utilizzati prodotti scadenti. Non è l’ennesimo cahier du doleances di qualcosa che non funziona in qualche Stato dell’Unione europea ma alcuni eclatanti esempi citati nell’ultimo Rapporto annuale dell’Olaf, l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) e relativo all’attività condotta nel 2007. Esempi del genere non mancavano neppure nel Rapporto relativo all’attività 2006 dove spiccavano i casi di centri di istruzione in Bolivia finanziati ma mai costruiti, oppure quello di un contabile che sottraeva fondi destinati a canoni di locazione fittizi, agricoltori che chiedevano sovvenzioni per agrumi mai raccolti, importatori che evadevano milioni di euro di dazi antidumping sull'importazione di biciclette cinesi nell'Unione europea.

Da 529 casi del 2002 agli 886 del 2007
Ammontano a 886 i nuovi casi di irregolarità, frode o corruzione rilevati dall’Olaf nel 2007. Ciò significa, in termini numerici, un aumento del 67 per cento rispetto ai 529 casi registrati nel 2002. Soltanto alla fine del 2007 l’Olaf stava indagando su un totale di 408 casi. Come rilevato nel Rapporto, anche se non è possibile quantificare l’effetto preventivo svolto dall’azione dell’Olaf, in ogni caso il cittadino europeo ne ha tratto un vantaggio significativo. Nel 2007 le indagini condotte dall’Ufficio hanno prodotto un effetto recupero valutato nell’ordine di oltre 200 milioni di euro a fronte di costi operativi per 50 milioni di euro. Nel 2006 era stato recuperato un importo superiore a 450 milioni di euro nell'ambito dei casi trattati. Questa somma era il risultato dei casi che l'OLAF aveva chiuso nel 2006 (circa 114 milioni di euro) più le azioni che erano in fase di verifica alla fine dell'anno (circa 336 milioni di euro). L'impatto finanziario complessivo di tutti i casi indagati dall'OLAF dalla sua creazione, nel 1999, era stimato nel 2006 in più di 7,3 miliardi di euro.

Nel mirino i casi più gravi e complessi di frode
Concentrare l’attenzione sui casi più gravi e complessi di frode che si verificano sia all’interno delle istituzioni e delle agenzie che nei settori sensibili del bilancio dell’Unione europea. Questa la nuova mission che l’Olaf si è prefissato a partire dal 2006. Una strategia operativa che ha avuto modo di esplicarsi a cominciare dalla ristrutturazione per compiti. Risale al 2006 la decisione di riorganizzare l’Ufficio con due direzioni operative e di inchiesta, di cui una dedicata alle indagini interne alle istituzioni e ad altri organi dell'Unione europea e delle frodi nei programmi di spesa gestiti direttamente dalle istituzioni europee, l’altra dei settori del bilancio comunitario. In questo caso le responsabilità sono ripartite tra la Commissione e gli Stati membri, come le risorse proprie, l’agricoltura e le azioni strutturali. Una terza direzione, invece, ha il compito di fornire un sostegno operativo e specialistico. Vi rientrano le attività di analisi e le consulenze giuridiche in materia di diritto penale e l’infrastruttura per le operazioni congiunte nel settore doganale.

L’Italia prima nel male ma anche nel bene
Una delle indicazioni, negativa da un lato e positiva dall’altro, contenute nel Rapporto riguarda l’Italia. Il Belpaese figura in pole position nella speciale classifica dei casi sotto inchiesta alla fine del 2007. Nel mirino una serie di irregolarità amministrative nell’uso dei fondi europei. I casi aperti sono 51 su 355 in tutta l’Unione europea. Ma l’Italia è anche uno dei pochi Paesi ad avere un efficace sistema investigativo per i reati finanziari che, come confermato dal portavoce dell’Olaf, giustifica l’elevato numero di casi sotto inchiesta delle autorità. Ciò significa che l’Italia dispone di una polizia più efficiente, la seconda è quella portoghese, capace di operare meglio nel settore dei controlli. E come si dice chi cerca trova e se lo si fa bene ecco allora che si scoprono più frodi e irregolarità.

Ulteriore potenziamento della strategia
Concentrarsi sui casi più gravi e complessi di frode nei settori sensibili del bilancio dell'Ue dentro e fuori i confini dell’Unione europea. Questa, in estrema sintesi, la strategia adottata dall’Ufficio nel 2007. In particolare dopo l’adesione all’Ue di due nuovi Stati membri, Romania e Bulgaria, dal 1° gennaio 2007 l’Olaf ha intensificato ulteriormente la propria attività proprio in questi due nuovi Paesi. E il potenziamento ulteriore della cooperazione con le autorità rumene e bulgare in materia di lotta alle frodi a danno degli interessi finanziari dell’Unione europea continua a rappresentare una delle priorità nell’attività dell’Ufficio.
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