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Attualità

L’Irlanda nel 2008? Sconti fiscali bye, bye!

Consolidamento fiscale, equilibrio dei conti pubblici, maggiore stabilità e controllo nei transiti finanziari in entrata e uscita

Sono queste le nuove parole d’ordine con cui l’attuale ministro irlandese delle finanze, Brian Cowen, ha ridisegnato in questi giorni il nuovo profilo della politica economica che Dublino intende seguire a partire dal 2008. Novità in vista per la tigre celtica. Con il pil in frenata, dal 4,75 al 3,25 per cento, il boom imprevisto della spesa pubblica e il debito che torna a crescere, le parole d’ordine nel 2008 saranno: niente sconti fiscali e maggiore controllo sulla spesa pubblica. Consolidamento fiscale, equilibrio dei conti pubblici e maggiore stabilità e controllo nei transiti finanziari in entrata e in uscita. Sono queste le nuove parole d’ordine con cui l’attuale ministro irlandese delle finanze, Brian Cowen, ha ridisegnato in questi giorni il nuovo profilo della politica economica che Dublino intende seguire a partire dal 2008. Si tratta di un cambiamento significativo, forse addirittura epocale, che comporterà un sostanziale riallineamento dell’Irlanda nel panorama economico internazionale. Una inversione di rotta che già oggi spinge un gran numero di esperti e di analisti a cimentarsi nell’elaborazione d’una nuova denominazione da applicare, in sostituzione di quella di tigre celtica oramai già in fase d’archiviazione, al futuro modello economico irlandese.

Spazio al debito e boom della spesa
Due sono stati gli indici contabili che hanno spinto, proprio a fine anno, i responsabili dell’economia a meditare e ad annunciare una revisione dei piani e delle strategie fiscal-finanziarie che vedranno impegnata Dublino già a partire dal 2008. Innanzitutto, il materializzarsi l’anno passato d’un disavanzo eccessivo tra entrate e uscite, di ben 1,6 miliardi di euro. In pratica, quasi 1 miliardo di euro in più rispetto a quanto inizialmente stimato. Un risultato questo che indica un peggioramento netto dei conti, soprattutto se raffrontato con quello con il medesimo dato registrato nel 2006, quando i conti si erano chiusi mettendo a segno non un deficit ma un surplus di oltre 2 miliardi di euro. Il maggior indiziato dell’allargarsi, nel 2007, della forbice tra entrate e uscite annuali è il capitolo della spesa pubblica. Nel corso degli ultimi anni, infatti, le spese sostenute dallo Stato sono cresciute a un ritmo, in media, del 12 per cento annuo. Il risultato è che, nonostante il debito pubblico non superi il 25 per cento del reddito prodotto ogni anno, quindi un livello piuttosto basso, anzi, tra i più ambiti d’Europa, il modificarsi rapido della società irlandese imporrà nei prossimi anni una rincorsa inarrestabile delle risorse da riservare al Welfare, ai servizi sociali, alla scuola e alle infrastrutture.

La ricetta? Meno tagli fiscali e maggiore diversificazione
La soluzione per arrestare il dilagare del rosso sui conti pubblici è duplice: da un lato posporre, se non addirittura rinviare a data da definirsi, gli sconti fiscali la cui entrata in vigore era prevista nel 2008. Quindi, una volta posto un freno alla taglia della generosità del fisco irlandese, provvedere a introdurre una serie di controlli più oculati sulla spesa. Peraltro, le entrate fiscali, che continuano a crescere e che nel 2007 già a novembre avevano oltrepassato i 35 miliardi di euro, anche nel 2008 dovrebbero consegnare un considerevole incasso all’erario di Dublino, sebbene più modesto rispetto a quelli registrati nel triennio passato. Naturalmente, al di là di aliquote, agevolazioni e fisco, puntare sulla diversificazione dell’economia nazionale per rendere sostenibile negli anni la crescita del Paese, ovvero più ricerca e maggiore innovazione tecnologica made in Ireland piuttosto che importata da Usa e Regno Unito, resta un obiettivo irrinunciabile e irrimandabile da abbinare alla riconfigurazione delle strategie fiscali e di spesa.

Le maggiori entrate? Dall’imposta sui redditi
Mentre il 2008 si apre quindi all’insegna del dubbio e del cambiamento, l’economia irlandese incassa sul versante delle entrate fiscali una sostanziale rassicurazione e un primo segnale di stabilità. Infatti, mentre si riduce il gettito delle imposte di registro e delle tasse che gravano sulle vendite d’immobili, a causa del raffreddamento del mercato immobiliare, continua invece l’ottima performance delle imposte sui redditi, sia sui redditi delle persone fisiche che sui profitti. Un indicatore questo che viene letto positivamente, in quanto rileva, secondo i responsabili economici di Dublino, il buono stato del mercato del lavoro, che continua a crescere, e delle imprese, che seguitano ad assumere.
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