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Attualità

L’economia del turismo tra chi spende e chi guadagna (3)

300 miliardi di dollari di spese pubbliche (4 per cento) e 1000 miliardi dai privati, il 9 per cento degli investimenti internazionali

E’ questo il capitale che farà rotta sul turismo globale nel 2006. Secondo l’Oxford Economic Forecasting, la palma d’oro del turista spendaccione appartiene all’americano medio che spenderà ben 861 miliardi di dollari. Sempre gli Stati Uniti riceveranno anche una cifra pari a 232 miliardi di dollari di incasso dal turismo internazionale. Negli ultimi anni, l’antica terra di mezzo del turismo, dei viaggi e delle vacanze, è stata l’oggetto prediletto di investimenti e spese sia provenienti dal pubblico che dal privato. Naturalmente ai flussi di spesa si sono aggiunti, in tempi quasi immediati, altrettanti volumi relativi a guadagni e ricavi che hanno fatto il loro ingresso, ben accolti, nei bilanci delle aziende e nei conti degli Stati.


Le spese pubbliche e gli investimenti di fonte privata di cui beneficerà l’economia del turismo nel 2006
(i valori riportati nel grafico sono espressi in miliardi di dollari)
Fonte: Oef/Wttc

Nel dettaglio, il turismo dovrebbe poter fare affidamento sui 300 miliardi di dollari di denaro pubblico, circa il 4 per cento di quanto tutti gli Stati del mondo spenderanno nell’anno in corso, mentre sul versante privato gli investimenti dovrebbero poter raggiungere i 1.000 miliardi di dollari, il 9 per cento degli investimenti che complessivamente nel 2006 si rovesceranno sui mercati internazionali.
Sempre gli Usa in testa nella spesa diretta
Anche sotto questo profilo, sono gli Stati Uniti che, nel 2006, e sempre secondo le stime elaborate dall’Oxford Economic Forecasting per conto del Wttc, investiranno in maniera più consistente nel turismo. Infatti i finanziamenti pubblici che direttamente sosterranno l’economia statunitense delle vacanze dovrebbero ammontare a oltre 100 miliardi di dollari, ai quali in realtà andrebbero sommate spese ulteriori. In seconda posizione è il Giappone che sembrerebbe maggiormente interessato nel seguire l’esempio degli Usa, disponendo di fondi pubblici per ben 35 miliardi di dollari da indirizzare nel corso dell’anno sul mercato dei viaggi e delle vacanze. Molto indietro sfilano gli altri attori principali del turismo mondiale che, in realtà, dovrebbero investire quest’anno somme che variano dai 5 miliardi di dollari che il Governo australiano si accinge a liberare ai 16 miliardi cantierizzati dalla Francia. Numeri modesti se raffrontati con le disponibilità finanziarie esibite da Usa e Giappone.



Spese pubbliche, per Paese, indirizzate direttamente nel 2006 al sostegno del settore turistico.
Stima realizzata dall’Oxford Economic Forecasting per conto del WTTC

(i dati riportati nel grafico sono espressi in miliardi di dollari)
Fonte: Oef/Wttc


I privati statunitensi i più aperti al turismo
Transitando dal versante pubblico a quello privato la situazione non sembra affatto variare. In pratica, gli operatori e gli investitori statunitensi anche nel 2006 dovrebbero riversare sul mercato del turismo nazionale ed estero 281 miliardi di dollari con l’obiettivo di soddisfare e intercettare una quota sempre maggiore della domanda globale connessa al turismo, circa 6 mila miliardi di dollari, tramite il raffinamento e il potenziamento dei servizi e delle strutture disponibili. Dietro gli Usa comincia a scorgersi il profilo di Pechino, dove oramai non soltanto le autorità pubbliche ma anche i privati, in parte a dire il vero stranieri, cominciano a investire pesantemente su vacanze e viaggi. Infatti, si tratta di un business i cui tassi di redditività e di profitto stanno superando anche quelli di alcuni settori come la componentistica, l’edilizia e le manifatture. Dunque, i giovani manager cinesi sembrano decisamente propensi a giocarsi la carta del turismo facendosi largo alle spalle degli Usa e, in futuro, magari entro i prossimi dieci anni, riuscendo a scalzare dalla vetta della piramide mondiale delle vacanze e dei viaggi il Re americano.



Stima, per l’anno in corso, degli investimenti privati che faranno rotta sul settore del turismo.
Elaborazione della Oxford Economic Forecasting per conto del Wttc

(i dati riportati nel grafico sono espressi in miliardi di dollari)
Fonte: Oef/Wttc

Più indietro seguono gli investitori nipponici che, nel 2006, impegneranno 56 miliardi sul mercato turistico, gli operatori iberici, che dovrebbero liberare 48 miliardi di nuove e fresche risorse da indirizzare sul business delle vacanze, e finalmente britannici (33 miliardi), francesi (31) e italiani (29), tradizionalmente più riflessivi nel prendere commiato da cifre consistenti. In fondo, chiude la Germania, una volta tanto.
Il turista spendaccione? Risiede nei confini degli Usa
L’economia del turismo non drena soltanto denaro dai bilanci dei singoli Stati e attrae risorse dai portafogli di investitori attenti agli andamenti del mercato. Gran parte delle somme investite sono trasformate rapidamente in incassi. Infatti, spostando l’osservazione dal versante delle uscite su quello delle entrate, i flussi finanziari ci aiutano a comprendere la ragione che spinge migliaia di operatori e decine di Paesi a investire nel business delle vacanze. Naturalmente, la palma d’oro del turista spendaccione appartiene all’americano medio che, nel 2006, spenderà in viaggi, soggiorni e vacanze ben 861 miliardi di dollari, ovvero, quanto i colleghi nipponici, teutonici, britannici, francesi e italiani riserveranno al capitolo del turismo. Si tratta di una somma significativa che si rovescerà sui conti di diverse economie nazionali che, nell’anno in corso, saranno visitate, scrutate e vissute da milioni di vacanzieri statunitensi. Se poi alla spesa indirizzata al consumo turistico del Paperone medio americano si sommano le uscite decise dai colleghi francesi, italiani, tedeschi eccetera…, si raggiungono i 1600 miliardi di dollari che, secondo le stime dell’Oef, dovrebbero alimentare e contribuire ad arricchire le maggiori economie nazionali oggi presenti sul teatro globale.



Le spese indirizzate al capitolo vacanze e viaggi nel 2006, secondo quanto stimato dalla Oxford Economic Forecasting per conto del Wttc
(i dati riportati nel grafico sono espressi in miliardi di dollari)
Fonte: Oef/Wttc

Il Paese che seduce il turista? Ancora gli Usa
Se il turista spendaccione è statunitense, lo Stato che incasserà la quota maggiore delle spese turistiche internazionali è, ancora, quello Usa che, nel 2006, si appresta a ricevere, insieme a milioni di visitatori, anche una cifra pari a 232 miliardi di dollari. In Francia invece sono stimati in ingresso 115 miliardi di dollari che, grazie al visitatore straniero, dovrebbero contribuire a rafforzare l’economia di casa. Anche la Spagna, con 77 miliardi di dollari, sembra lanciata sul mercato turistico internazionale anche se alle sue spalle si staglia la presenza della Cina che, nel 2006, dovrebbe chiudere la stagione e i bilanci turistici con un incasso di 75 miliardi di dollari. Più indietro Giappone e Italia, alle quali il gettito del turista straniero dovrebbe garantire rispettivamente 72 e 63 miliardi di dollari.


Fonte: Oef/Wttc (i dati riportati nel grafico sono espressi in miliardi di dollari)
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