Articolo pubblicato su FiscoOggi (https://fiscooggi.it/)

Attualità

In cammino verso la tax compliance
Ruffini fa il punto in audizione

Un puntuale resoconto di quanto è già stato realizzato dall’amministrazione finanziaria e le iniziative in cantiere, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’Anagrafe tributaria

Lo stato dell’arte di alcuni dei progetti strategici – come la messa in rete dei distributori automatici, l’evoluzione del 730 precompilato, la fatturazione elettronica – su cui l’Agenzia sta investendo per favorire la compliance e, di pari passo, il recupero dell’evasione fiscale.
Su questo si è soffermato il direttore Ruffini nel corso dell’audizione, che si è tenuta questa mattina presso la Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, a palazzo San Macuto a Roma.
 
La rete delle vending machine
Sull’interconnessione dei distributori automatici di alimenti e altri prodotti, innanzitutto, il direttore dell’Agenzia fa una premessa necessaria relativa all’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri, in vigore dallo scorso primo aprile per i contribuenti che utilizzano apparecchi di recente produzione. Ebbene, al primo settembre, erano 4.733 i gestori accreditati, oltre 682mila gli apparecchi censiti, quasi 12 milioni le comunicazioni trasmesse.
Numeri importanti, destinati ad aumentare grazie a una soluzione tecnica transitoria, che prevede l’adeguamento degli apparati software e hardware di tutti i distributori presenti sul mercato, attraverso il censimento e la geo-localizzazione degli stessi (con l’assegnazione a ciascuno di un Qrcode) e il device mobile (lo strumento predispone un file Xml contenente i corrispettivi, lo sigilla elettronicamente e lo trasmette telematicamente ai server dell’Agenzia).
 
Ma perché tale processo dovrebbe favorire la tax compliance?
In proposito, Ruffini ha spiegato che “l’acquisizione periodica dei corrispettivi, affianca, alla tradizionale attività di accertamento successivo al momento dichiarativo, un’azione di confronto pre-dichiarativo improntato alla trasparenza e al dialogo con i contribuenti”. In più, consente ai commercianti al dettaglio e alle altre categorie di contribuenti Iva “di non tenere più il registro dei corrispettivi (visto che i dati vengono acquisiti e conservati dall’Agenzia) e di non emettere al cliente lo scontrino o la ricevuta fiscale, ma solo di rilasciare un documento con valenza “commerciale”, ai fini della garanzia del prodotto venduto o del servizio fornito. Quest’ultimo documento, peraltro, può essere rilasciato al cliente anche in forma elettronica, evitando l’uso della carta”. In pratica, risparmi su tutti i fronti; infatti, “oltre ai vantaggi sopra indicati, il contribuente avrà il beneficio di una riduzione dei costi di gestione dell’apparecchio e la possibilità di consultare, in qualsiasi momento, i dati dei corrispettivi trasmessi, accedendo alla propria area web del sito dell’Agenzia delle entrate”.
 
Il punto sul 730 precompilato
Dai distributori automatici al 730 precompilato, l’operazione in itinere con il maggiore impatto socio culturale perché coinvolge la sfera personale di un enorme numero di contribuenti. Secondo il direttore, il progetto, al di là dei risultati noti – che registrano un incremento costante sia delle dichiarazioni trasmesse direttamente dai cittadini sia del livello di soddisfazione degli stessi, il cui termometro è la quantità delle dichiarazioni inviate senza modifiche (con riferimento al modello 730/2017, relativo ai redditi 2016, risultano pervenute all’Anagrafe Tributaria circa 2,3 milioni di dichiarazioni trasmesse direttamente dal contribuente mediante l’applicazione web e 17,9 milioni inviate tramite intermediari) – potrà essere valutato solo in seguito all’immissione della totalità dei dati utili, da parte dell’Agenzia, e all’evoluzione dell’approccio dei contribuenti verso un colloquio diretto con il Fisco.
In merito alla precompilata, “contiamo già nel 2018 su un suo ulteriore aumento, grazie alla maggiore completezza dei dati relativi agli oneri e a un più attento monitoraggio della qualità delle banche dati”, soprattutto di quelle catastali, guardando anche alle esperienze di altri Paesi europei. Esperienze che hanno evidenziato la necessità di mettere a punto “procedure informatiche che consentano una partecipazione attiva dei contribuenti nel fornire o modificare le informazioni elementari senza necessità di conoscere nel dettaglio le “regole fiscali” che devono essere applicate dall’Agenzia stessa”.
 
Per il momento, ha ricordato Ruffini, nella precompilata 2017 sono state inserite molte più informazioni rispetto agli anni precedenti, ad esempio quelle relative alle spese sanitarie per l’acquisto di tutti i farmaci presso farmacie, parafarmacie e corner della grande distribuzione, o quelle riguardanti le spese sostenute per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni dei condomini.
 
Tutto questo, ribadisce il direttore, si inserisce in un progetto più ampio di dematerializzazione dei modelli dichiarativi. “L’obiettivo è un sistema dove il contribuente, persona fisica o impresa, colloqui attraverso il web con il Fisco per verificare ed eventualmente integrare o modificare in modo semplice le informazioni elementari utili ai fini dichiarativi”, poi sarà il Fisco a compilare la dichiarazione e ad applicare la regola fiscale.
 
Fatturazione elettronica verso Pa
Bilancio positivo per la fatturazione elettronica verso le pubbliche amministrazioni. Il Sistema di interscambio (Sdi) gestito dall’Agenzia, da giugno 2014, data di avvio della procedura telematica obbligatoria, al 31 agosto 2017, ha ricevuto ed elaborato circa 75,5 milioni di file e più di 70 milioni sono stati quelli recapitati alle amministrazioni. Confortante anche il dato sugli scarti che, in riferimento allo stesso periodo, sono gradualmente diminuiti, scendendo dal 18 al 4,16 per cento.
Il Sistema, inoltre, nel corso dei tre anni, nonostante la grossa mole di traffico telematico, è riuscito a mantenere i suoi standard qualitativi nella prestazione dei servizi.
Una procedura, comunque, ancora in crescita. Al riguardo, Ruffini ricorda le due ultime importanti novità introdotte:
  • da dicembre 2016 sono stati affinati i controlli formali per migliorare la qualità dei dati delle fatture e, quindi, l’efficienza dell’intero sistema
  • da gennaio 2017, SdI ha aperto i suoi canali anche all’invio delle fatture elettroniche fra privati (B2B).
Risultati soddisfacenti anche se comparati al panorama europeo. I numeri dicono, infatti, che il 30% delle imprese italiane utilizza la fatturazione elettronica contro la media del 18% registrata negli altri Paesi Ue. Si può dire, quindi, osserva Ruffini, che “anche grazie alla fatturazione elettronica, l’Italia sta colmando il divario con l’Ue per quanto riguarda la digitalizzazione delle imprese”.
 
Fatturazione elettronica europea
Proseguendo, il direttore mette al corrente i parlamentari dello stato dell’arte del progetto a firma Entrate, Agenzia per l’Italia digitale e Sogei, che apre il Sistema di interscambio alla fatturazione elettronica europea. L’obiettivo è ridurre al massimo i disagi per imprese e amministrazioni nella fase di adeguamento agli standard europei, cercando di salvaguardare gli investimenti informatici già effettuati.
Questo il piano d’azione:
  • consentire ai fornitori europei di inviare le fatture anche nei formati standard internazionali Ubl e Cii e non solo tramite FatturaPa
  • il fornitore potrà trasmettere la fattura collegandosi a nodi di interscambio della rete Peppol cui potrà essere connesso anche Sdi
  • le pubbliche amministrazioni potranno configurare le proprie preferenze di ricezione delle fatture elettroniche in termini di canale di trasmissione e di formato.
Fatturazione elettronica tra privati
Nei rapporti tra privati, evitare i “formalismi della registrazione e conservazione dei documenti” si può. A dirlo è il direttore delle Entrate, che spiega anche come fare: la soluzione è “telematica” e si chiama fatturazione elettronica.
La definizione di un file standard e l’apertura di un canale di trasmissione unico verso clienti e amministrazione finanziaria, eliminerebbe la registrazione manuale dei dati delle fatture, evitando al contribuente la possibilità di compiere errori e riducendo le spese.
In realtà, gli strumenti per attuare questo tipo di processo già esistono; infatti, come già detto, il Sistema di interscambio è aperto anche per la fatturazione di operazioni tra privati, ma l’adesione dei contribuenti Iva è ancora contenuta.
Tra le misure messe in campo per sponsorizzare la fatturazione elettronica, l’Agenzia delle entrate ha previsto un servizio gratuito di generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche, attivo anche per quelle verso la Pa. In quest’ultimo caso, c’è da evidenziare che quasi 24mila contribuenti hanno sottoscritto l’accordo per affidare gratuitamente all’Agenzia la conservazione delle proprie fatture elettroniche (a oggi, sono circa 120mila).
 
Trasmissione dati delle fatture emesse e di quelle ricevute
Ruffini ha sottolineato come la trasmissione periodica dei dati rilevanti ai fini Iva sia fondamentale per Fisco e contribuenti. Le elaborazioni conseguenti a tali comunicazioni consentono, infatti, di rilevare errori e anomalie che l’Agenzia potrà segnalare immediatamente all’interessato. Tutto ciò per coadiuvare il contribuente “sempre più fattivamente negli adempimenti dichiarativi e consentirgli di relazionarsi, sia in via telematica che direttamente con gli uffici dell’Agenzia”, dandogli la possibilità di “chiarire l’anomalia o correggere il suo comportamento mediante ravvedimento, ancora prima della presentazione della dichiarazione Iva”.
URL: https://www.fiscooggi.it/rubrica/attualita/articolo/cammino-verso-tax-compliance-ruffini-fa-punto-audizione